di Pierluigi Spinelli, Fabrizio Bellini e Maria Grazia Proietti
Segretario comunale, segretario provinciale, consigliera regionale – Pd Terni
È bastato un passaggio di un’intervista in cui la neo presidente Stefania Proietti pone l’accento sulla priorità di investire sulle strutture pubbliche della sanità ternana, in vero bisognose in quanto ormai da rinnovare, a riaprire una polemica con gli argomenti che hanno caratterizzato tutta la precedente legislatura, in particolare a Terni.
Il Pd è assolutamente d’accordo con quanto affermato dalla presidente Proietti sulla necessità di un rilancio della sanità pubblica e sugli impegni che ha espresso anche nella sua recente intervista: nuovo ospedale di Terni con fondi pubblici.

Riguardo il cosiddetto progetto stadio-clinica, su cui si è basata la propaganda del centrodestra e del sindaco Bandecchi in città, tale progetto non ha mai trovato grande condivisione e pronunciamenti espliciti né della ex presidente Tesei, né del mai rimpianto assessore al ramo, Coletto, né tanto meno è stata autorizzata dagli uffici regionali. Ma perche?
Perché semplicemente è un progetto che non può concretamente essere realizzato, perché la normativa non prevede simili possibilità, ossia la realizzazione di impianti sportivi attraverso meccanismi finanziari garantiti da una convenzione pluridecennale con il servizio sanitario ragionale, da stipularsi in vita diretta e addirittura prima ancora che la clinica stessa sia realizzata.
La delibera con cui, tagliando posti pubblici agli ospedali di Narni-Amelia e Spoleto (numero 1399 del 28 dicembre 2023) sono stati ricavati senza alcuna motivazione di tipo sanitario gli 80 posti convenzionabili nella provincia di Terni, specifica che gli stessi vanno affidati secondo la previsione dell’articolo 8 (8 quater e quinquies) del Decreto legislativo 502 del 1992, non facendo alcun riferimento alla ‘legge Stadi’.
La normativa di settore, in particolare tutto l’articolo 8 del Decreto legislativo 502/92, che regola il rapporto con i fornitori privati, prevede la realizzazione di strutture che se accreditate (quindi esistenti, operanti con adeguato contenuto clinico-assistenziale e conformi ai requisiti) e in presenza di reali necessità assistenziali, possono essere convenzionate.
Se queste sono le regole, non vale neanche la pena di entrate nel merito del complesso meccanismo giuridico-finanziario, mentre non va sottaciuto invece che ad animare il tutto sia lo stesso sindaco Bandecchi, titolare del potere autorizzatorio alla realizzazione della clinica, di stabilire il regime dei suoli (in particolare la destinazione urbanistica del cosiddetto ‘Ternanello’), e proprietario dell’area dove si dovrebbe realizzare la clinica stessa, con inaudito conflitto di interessi.
Nè va tralasciato il tema delle 18 mila firme raccolte nel 2021, raccolta promossa dall’assessore regionale Melasecche, che ha proposto di fatto un progetto non disponibile, creando attese e forzando la buona fede dei cittadini ternani. Se questo è il quadro delle possibilità previste dalle regole, appare chiaro che la narrazione fin qui portata avanti dal centrodestra e dal sindaco Bandecchi è stata solo a fini elettorali (con i risultati che sappiamo), palesando comunque una notevole disinvoltura nel considerare la sanità pubblica come asset da mettere a reddito e nel pensare di forzare un quadro normativo chiaro e definito.
Rispetto alle necessità della città, alle aspettative create e all’argomento del riequilibrio tra le province dei posti letto privati, il Pd pensa che ci sia la massima libertà, anzi si auspica che imprenditori del settore, fatte le dovute valutazioni in primis sulle prospettive del mercato della sanità privata, vogliano investire in strutture sanitarie in città.
Resta il fatto che le convenzioni successive, per tutto quanto detto, non sono automatiche e il fabbisogno dipende dalla programmazione e dalle scelte del sistema pubblico – tra cui ricordiamo in primis quella del nuovo ospedale cittadino e dell’ospedale di Narni-Amelia – dalla qualità delle strutture realizzate, e dalle risorse disponibili (è di questi giorni il dibattito intorno al ‘buco’ di bilancio lasciato dalla giunta Tesei), sistema pubblico che rimane l’oggetto principale da stabilizzare, in particolare dopo 5 anni di governo fortemente inadeguato.
Rispetto al nuovo stadio pensiamo che, una volta chiarito ciò che si può fare, debba essere il sindaco Bandecchi, esercitando correttamente il suo ruolo, a trovare le modalità e le risorse per mettere in campo un serio progetto di rinnovo dell’attuale, adeguato alle aspettative sportive e degli appassionati. Facendo ciò troverà sicuramente dalla sua parte il Pd di Terni e, pensiamo anche la Regione Umbria, per le sue competenze, e per il suo forte orientamento programmatico a rilanciare tutta la regione.

Il sindaco Stefano Bandecchi ha poi replicato con un lungo video pubblicato sul profilo Instagram. Con commento: «La Sinistra fa sempre la Sinistra, poveri di mente e cattivi nel cuore. Hanno la dittatura nell’anima malata che se li mangia da dentro». Di seguito la risposta.
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