«La soddisfazione per come è stato impostato e realizzato questo intervento è veramente notevole. Abbiamo messo insieme le idee, le competenze e le risorse disponibili per realizzare un restauro che riesce come pochi altri a testimoniare la valenza storica, paesaggistica, culturale ed anche tecnologica della nostra Regione e costituisce un esempio anche per altri interventi di questa portata». La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini ha commentato così il restauro dei ponti sull’antica via Amerina che è stato al centro di un convegno che si è svolto sabato 6 ottobre nella sala del consiglio del palazzo comunale di Todi.
Recupero e riqulificazione
«La regione – ha sottolineato la presidente – ha individuato e messo a disposizione 400 mila euro per il recupero e la riqualificazione del ponte Romano a Pesciano e di due ponti di minori dimensioni sempre sulla via Amerina, attingendo dai fondi previsti per la tutela e la valorizzazione della biodiversità e dei siti ‘Natura 2000’. Lo abbiamo fatto consapevoli di intervenire sul ponte più antico esistente nel territorio del comune di Todi, situato lungo il percorso dell’antica via Amerina, la cui importanza non può essere circoscritta all’epoca romana, ma va estesa all’epoca longobarda».
Il ponte di Pesciano a Todi
La via Amerina, infatti, per quasi mezzo secolo «ha rappresentato per i Bizantini l’unico collegamento tra Roma e Ravenna. Il ponte di Pesciano a Todi incuriosisce e affascina non solo per il suo valore storico, ma anche perché testimone della maestria degli antichi costruttori di ponti. Esso, infatti, si è perfettamente conservato nel tempo e sarebbe un errore imperdonabile quello di lasciarlo abbandonato, in attesa che la vegetazione o l’impetuosità del torrente Arnata lo distruggessero. Tanto più che, grazie alla preziosa collaborazione del dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università degli studi di Perugia, coordinato da Massimiliano Gioffrè, abbiamo potuto utilizzare le moderne tecniche di recupero edilizio, tanto efficaci quanto poco invasive. Ed in questo abbiamo anche coinvolto gli studenti del corso di laurea in ingegneria edile-architettura dell’ateneo perugino che proprio quest’anno compie 10 anni. Una sorta di laboratorio ‘a cielo aperto’ insomma che permetterà di acquisire informazioni utili per approfondire la conoscenza del ponte e fornire una base dati per la comunità scientifica internazionale».
I lavori di restauro
I lavori di restauro sono stati curati dall’Agenzia forestale regionale, mentre il dipartimento di ingegneria civile e ambientale dell’Università , gratuitamente, ha messo a disposizione dei progettisti e della direzione dei lavori tutte le proprie esperienze per verificare le varie ipotesi progettuali. Di particolare interesse i risultati di una campagna di prove sperimentali che hanno permesso di stimare alcune delle caratteristiche dinamiche del ponte e di mettere a confronto tecniche di misura tradizionali ed innovative mediante accelerometri, vibrometro laser ed interferometro radar, con l’utilizzo di droni sistemi Apr per individuarne limiti e punti di forza e per identificare delle linee guida che possano essere utilizzate efficacemente in futuro per la salvaguardia ed il recupero del ricco patrimonio storico ed architettonico del nostro Paese.
