La proposta di creare una rete di atenei delle zone colpite dal terremoto, l’importanza della cultura nella costruzione di un’Europa più forte ed anche un pizzico di commozione. Il 709esimo anno accademico dell’Università degli studi di Perugia comincia così, nella tradizionale cerimonia solenne di inaugurazione alla presenza delle autorità civili, militari e religiose della città e della Regione. Ospiti d’onore, nella cornice dell’aula magna dell’Università, quest’anno, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani e i rettori di otto atenei (Camerino, Foggia, L’Aquila, La Sapienza Università di Roma, Macerata, Politecnico delle Marche, Roma Tor Vergata e l’Università per Stranieri di Perugia).
Il bilancio Il magnifico rettore Franco Moriconi, che non ha nascosto la voce rotta nel dichiarare aperto il nuovo anno, ha iniziato il suo intervento con un pensiero alle comunità colpite dal sisma, avanzando la proposta di «creare una rete degli atenei delle zone terremotate, per attuare una valida collaborazione scientifica e didattica e per superare l’emergenza». In un momento come questo, torna attuale anche l’idea di dare vita a una laurea magistrale in Protezione civile: «Non ho certo l’intenzione di abbandonare questo obiettivo – ha promesso il rettore – che ritengo urgente e strategico». Nel discorso non è poi mancato il bilancio della prima metà del suo mandato: un bilancio fatto di «molte luci e qualche ombra». Sono considerati più che soddisfacenti i risultati ottenuti nelle classifiche degli atenei – il primo posto tra i ‘grandi atenei’ del Censis e l’avanzamento di 5 posizioni nel ranking del Sole 24ore – ma anche l’istituzione di nuovi servizi come l’assistenza sanitaria per gli studenti fuori sede, le facilitazioni sui costi dei trasporti, il servizio di counseling psicologico e pedagogico-didattico e le aule studio h24. Se «la solida politica di reclutamento del personale» sta andando avanti con 112 nuovi professori associati e 5 ordinari, l’università punta anche alla stabilizzazione di 60 dipendenti del personale tecnico amministrativo. Quanto alle «ombre», il magnifico parla di «mancanza, a tratti ben visibile, di capacità di anteporre gli interessi dell’Ateneo e della collettività a vantaggi più limitati e puntuali».
L’Europa a Norcia La vicinanza ai luoghi del sisma è al centro anche dell’atteso intervento dell’onorevole Tajani, che ha ricordato le celebrazioni dei 60 anni dai Trattati di Roma proprio a Norcia. «Dobbiamo fare di tutto per riavvicinare le istituzioni ai cittadini – ha spiegato – anche per questo la prossima settimana porterò a Norcia la Conferenza dei presidenti dei gruppi parlamentari e l’ufficio della presidenza, per dare un segno tangibile della vicinanza della politica ai cittadini che stanno subendo le conseguenze delle 25mila scosse che hanno dilaniato l’Italia centrale». La sera del 24 marzo lo stesso Tajani cenerà con il sindaco, Nicola Alemanno, per parlare nello specifico della ricostruzione della chiesa di San Benedetto, patrono d’Europa.
Cultura base dei valori europei Importante, dunque, per il presidente del Parlamento europeo, che l’Europa non rimanga un’entità astratta e fondamentale, in questo senso, che accanto alla moneta e all’economia ci siano dei valori condivisi. «Sono qui per sostenere l’Università degli Studi di Perugia – ha detto – ma anche per dire che l’Europa è nata dalla cultura e la sua identità è fatta anche dalle nostre università. Per Tajani nella realtà di Perugia, «una delle università più antiche dell’Unione europea, così come in tante altre, la nostra civiltà fonda le radici». Università intesa dunque come «il nostro modo di concepire la vita» perché «è libertà, comunità, luogo dove si formano le future generazioni, le classi dirigenti e coloro che devono sviluppare il pensiero e l’identità europea». E per questo, riveste una straordinaria importanza anche nello sviluppo del tessuto economico: «Innovazione e ricerca non si possono realizzare se accanto all’industria non c’è l’università».
La voce degli studenti Su Europa e valori condivisi si è sviluppato anche l’intervento della presidente del consiglio degli studenti Martina Domina, che ha approfittato della presenza di Tajani per approfondire alcune tematiche care alle giovani generazioni. Un discorso improntato sui valori della rappresentanza, sulla condizione nazionale di una generazione dalle «mille contraddizioni», sull’Erasmus, sulla parità di genere e sulla situazione del diritto allo studio in Italia ed in Umbria. Riportando dati da cui emerge come negli ultimi anni sono state registrate 65 mila iscrizioni in meno in tutta Italia e sottolineando come la recente riforma ISEE ha escluso 36 mila studenti dalla possibilità di usufruire delle borse di studio, ha auspicato che «si possa investire sempre di più anche su quelle categorie in condizioni di grave difficoltà economica, affinché l’accesso alla formazione sia sempre garantito e sostenuto». Martina Domina non ha risparmiato la critica a un’Europa «che dopo essersi aperta in modo definitivo quindici anni fa, oggi invece per certi versi sembra volersi richiudere, innalzando barriere» e che quindi sta perdendo il senso di una comunità europea che con l’introduzione dell’euro sembrava volersi avvicinare e conoscere. «Il sogno è quello di poter un giorno vedere una madre Europa che sia in grado di allargare le braccia, senza distinzioni né restrizioni” che per poterla costruire è necessario combattere le paure con il buon senso e la cultura».
No ai muri Sulla scia dell’intervento della studentessa, anche Tajani ha ribadito l’urgenza di non alzare muri e di non arrendersi alla paura. «L’Europa – ha detto in un passaggio del suo discorso – sta vivendo una fase di transizione ed i leader dei vari popoli sono chiamati a scegliere tra integrazione e deriva, e disintegrazione. Il sovranismo, esclusivo e deleterio, appartiene ai momenti più bui della nostra storia. Ma proprio perché siamo italiani siamo europei: e proprio perché siamo italiani, siamo europei». Per Tajani, «possiamo aprirci e non innalzare muri soltanto se siamo forti della nostra identità. Se non abbiamo la forza di mantenere la nostra identità, verrà qualcun altro ad imporci la sua, anche per nostra responsabilità, perché non abbiamo saputo credere nella nostra cultura».
Le visite La cerimonia si è conclusa con il tradizionale intervento dei Goliardi che hanno offerto al Rettore un prosciutto e quest’anno, anche lenticchie tipiche umbre, che sono state donate anche al presidente Tajani, insignito del titolo di goliardo ‘honoris causa’ di Perugia. Poi Moriconi, accompagnato dai componenti del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, ha visitato il Sindaco di Perugia a Palazzo dei Priori e la Presidente della Regione Umbria, a Palazzo Donini. Nel corso dell’incontro, la presidente Marini ha confermato «la collaborazione e il sostegno alle attività dell’Ateneo, a partire dal diritto allo studio, dalla sanità e dalla ricerca, fondamentale anche per lo sviluppo dell’Umbria e per favorire la competitività delle imprese, i processi di innovazione e della ricerca scientifica e nel campo sanitario”. Una collaborazione che si sviluppa molto positivamente anche nei settori della sanità e del diritto allo studio universitario».
Il cartello Intanto, fuori dall’aula magna, gli studenti dell’Udu esibiscono un cartello con la scritta ‘In Umbria è tempo di legge contro l’omotrasfobia’, per tenere alta l’attenzione su un tema di stretta attualità per la politica umbra. La legge, rimandata dal consiglio la scorsa settimana, dovrebbe essere discussa e votata nel consiglio straordinario della prossima settimana.