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Home » Cemento e caos rifiuti, le Ecomafie in Umbria

Cemento e caos rifiuti, le Ecomafie in Umbria

di Lucina Paternesi
7 Luglio 2016
in Ambiente e salute, Apertura 5, Cronaca, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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L.P.

E’ un business che non conosce confini. Che, ogni anno che passa, si espande a macchia d’olio comprendendo sempre nuovi settori, come gli illeciti nella filiera agro alimentare, i reati contro gli animali e gli incendi che hanno mandato in fumo più di 37 mila ettari di bosco in tutta Italia.

Ecomafia Sono questi i dati principali del Rapporto Ecomafia 2016 curato da Legambiente. Dati che sono riferiti tutto il 2015 e che mettono l’Umbria al 18 esimo posto in classifica, perché analizzata prima dello scoppio del caso Gesenu, Valle dei Fuochi e, più in generale, del caos rifiuti.

In Italia Secondo il rapporto, nel 2015 diminuiscono gli illeciti ambientali accertati, sono 27.745. Per dirla in altro modo, più di 76 reati al giorno, più di 3 ogni ora. Salgono a 188 gli arresti, mentre diminuiscono le persone denunciate 24.623 e i sequestri 7.055. Sono 18mila gli immobili costruiti illegalmente. In calo le infrazioni nel ciclo del cemento e dei rifiuti. Crescono, invece, gli illeciti nella filiera agro-alimentare, i reati contro gli animali e soprattutto gli incendi, con un’impennata che sfiora il 49%.

Cemento in Umbria Per quanto riguarda l’Umbria, invece, ci sono state 8 infrazioni accertate, con altrettante denunce, per quanto riguarda illegalità nel ciclo del cemento e che, in tre casi, hanno portato a dei sequestri e che si concentrano soprattutto su Perugia. Nel 2014 le infrazioni accertate erano 235, di cui 173 a Perugia e 62 a Terni, quasi tutte scoperte dal Corpo forestale dello stato.

Caos rifiuti Nel campo dei rifiuti le denunce sono state invece 60, sei i sequestri e 54 le infrazioni accertate e in questo caso è Terni a farla da padrona con 4 sequestri, 18 denunce e 20 infrazioni. A portare avanti le indagini, anche in questo caso, soprattutto la Forestale che, come è stato ricordato anche dal consigliere regionale Liberati, rischia di essere militarizzato e di confluire nell’arma dei carabinieri perdendo, così, le sue specifiche funzioni a salvaguardia dell’ambiente.

Ecoreati Secondo Legambiente, se il numero di infrazioni e il business sono in diminuzione è anche grazie all’introduzione della legge sugli ecoreati che, approvata nel 2015, inizia or a dare i suoi frutti. Nei primi otto mesi dall’entrata in vigore della legge sono stati contestati 947 ecoreati, con 1.185 denunce dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto e il sequestro di 229 beni per un valore di 24 milioni di euro. Sessantotto solo in Umbria.

Tariffa alle stelle E sul tema dei rifiuti e della penetrazione criminale nella loro gestione è tornata a parlare anche la consigliera Rosetti, capogruppo in comune, a Perugia, per il Movimento 5 Stelle. «Inquinamento delle discariche e inchieste giudiziarie avrebbero richiesto che si sterzasse in maniera decisa verso soluzioni di gestione nell’interesse dei cittadini. Ed invece la Giunta Romizi, dopo una riduzione della tariffa, conseguita con la riduzione dei servizi, continua a rifiutare soluzioni che da anni dovevano essere applicate sulla tracciabilità dei rifiuti e l’applicazione della tariffa puntuale, un corrispettivo che il cittadino e l’impresa dovrebbero pagare sulla base dei servizi effettivamente erogati e della reale produzione dei rifiuti».

Commissione controllo e garanzia Da una parte le tariffe sono sempre più alte, dall’altra, però, all’aumento dei prezzi non sembra corrispondere un costante aumento dei servizi, fino ad arrivare «tariffe fino a 15 volte superiori alle effettive potenzialità e produzione effettiva dei rifiuti, incidendo in tal modo, in maniera del tutto sleale sulla concorrenza tra imprese e sulla stessa sopravvivenza delle piccole e medie attività commerciali». Così, opo la bocciatura, in consiglio comunale, dell’ordine del giorno che prevedeva la costituzione di una società in house per la gestione dei rifiuti, «ritenendo che tutti debbano pagare il giusto, in funzione dei servizi comuni erogati, della loro efficienza e soprattutto della maggiore o minore produzione effettiva dei rifiuti indifferenziati, in base al principio ‘chi inquina paga’», il M5S ha deciso di attivare la Commissione controllo e garanzia, evidenziando che la normativa tanto nazionale che regionale prevede la tariffa presuntiva come metodo provvisorio e che «nessuna motivazione sorregge la scelta che da anni si continua a perpetrare sul metodo presuntivo e che pertanto anche sotto tale profilo gli atti comunali sono viziati da una manifesta violazione di legge. Il M5S invita tutte le associazioni di categoria a tutelare le proprie imprese da tariffe inique, proponendo anche in sede giudiziaria tutte le azioni più opportune».

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