Ponte Felcino: «Via gli immigrati dall’Ostello»

Perugia, un comitato ha raccolto più di 400 firme contro il centro di accoglienza dove Arci gestisce l’arrivo di migranti dall’Africa

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L.P.

Contro l’ostello Villa Giardino di Ponte Felcino continua la battaglia di una parte dei residenti contrari all’utilizzo della struttura per l’accoglienza dei rifugiati.

Perugia ostello3

Migranti ospiti della struttura

Villa Giardino Da ottobre, quando erano partite le prime segnalazioni anche su impulso del consigliere comunale De Vincenzi che aveva interrogato la giunta comunale sul perché una struttura pubblica, ristrutturata con soldi pubblici, sia stata riservata all’accoglienza dei migranti e, quindi, di fatto tolta alla comunità locale, si è arrivati a una raccolta firme per chiedere che l’ostello venga restituito alla cittadinanza.Negli anni ’90 la struttura era stata acquistata dal Comune per circa 160 milioni di lire. Venne poi ristrutturata, durante il Giubileo, attraverso un progetto di riorganizzazione che servì ad ampliare la rete turistica cittadina. Da qui la partnership con l’Associazione italiana alberghi per la gioventù che mise la propria parte per il restauro e ottenne la gestione per 28 anni.

Ponte Felcino Un quartiere problematico, quello di Ponte Felcino, con un alto tasso di delinquenza e di immigrazione secondo i cittadini che si sono riuniti in un comitato per portare avanti la battaglia contro l’Ostello. «Già in passato il quartiere è stato protagonista di crimini e anche di terrorismo, pretendiamo maggiore attenzione e vorremmo sapere quale è veramente il ruolo del comune nella gestione della struttura» dicono. Eppure, a ottobre, la situazione sembrava totalmente sotto controllo.

Il clima Chi lavora all’ostello aveva raccontato di un clima sereno e conviviale. «Non capisco – avevano detto a Perugia ostello4umbriaOn a ottobre – chi può essere infastidito dalla presenza degli stranieri. Si sono accorti dell’esistenza di questa struttura ricettiva solo ora che sono arrivati gli immigrati? Spesso è capitato che i turisti non riuscivano a trovare l’Ostello e ci dicevano che, chiedendo indicazioni ai residenti, nessuno sapeva dove fosse Villa Giardino. Ora tutti gli occhi sono puntati su questa struttura e la cosa fa un po’ sorridere».

L’accoglienza Profughi provenienti dall’Africa Subshariana. A Villa Giardino i posti letto sono 98 e la mattina gli ospiti sono impegnati nelle lezioni di italiano, poi si fa pranzo tutti insieme nella grande mensa, con un menu ‘italo-africano’, mentre il pomeriggio si ritrovano nella hall, navigano su internet, qualcuno suona la chitarra. Escono poco – ci avevano detto – magari a fare due passi e l’unico episodio spiacevole, a memoria, risaliva a una partita di calcio finita a bottigliate. Ma più che problemi di integrazione, quella sembrava più una vicenda ricollegabile a rivalità sul campo.

Il comitato Attraverso un comitato di cittadini, spiega la portavoce Catia Citti, Ponte Felcino si vuole riappropriare dei propri spazi. «Siamo molto soddisfatti per il risultato raggiunto al termine della prima fase della raccolta delle firme -spiega – abbiamo dimostrato che la cittadinanza di Ponte Felcino è contraria all’ubicazione del centro di accoglienza all’interno dell’Ostello della gioventù».

‘Non siamo razzisti’ «A chi, volendo sviare, ci accusa di razzismo – prosegue Catia – rispondiamo che hanno firmato anche stranieri regolarmente residenti che da liberi cittadini hanno a cuore le sorti di Ponte Felcino». Dal comitato fanno quindi sapere che per sensibilizzare le istituzioni sul tema le firme raccolte saranno portate al sindaco e al prefetto per chiedere delucidazioni anche sulla gestione dell’ostello, che è affidata ad Arci Solidarietà. «Vorremmo poter vedere i bilanci e come vengono spesi i soldi, vorremo sapere se esistono le condizioni socio sanitarie per poter ospitare un numero cosi elevato di persone e vorremmo avere chiarezza sul come mai nel bando della prefettura si parla di strutture che non devono ospitare più di 40 persone e invece all’Ostello ne troviamo anche 90 per due o tre giorni».

 

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