«Sindaco, badi alla salute di mia figlia»

Terni, lettera aperta a Leopoldo Di Girolamo sulla gestione di ambiente e rifiuti

Condividi questo articolo su

Lui è un cittadino. Uno qualsiasi. Poi è pure un convinto elettore – e attivista – del Movimento 5 Stelle. Si chiama Matteo Mercuri, ha un buon lavoro e una buona preparaziome – nell’ambiente viene considerato l’esperto di faccende economiche – ed ha deciso di scrivere una lettera aperta al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo. Una lettera che, a prima vista, di ‘politico’ ha poco. Ma che invece, a leggerla bene, di significati ne ha da vendere.

di Matteo Mercuri

Gentilissimo Signor Sindaco,

Le scrivo questa lettera aperta perché sembra che stiano per piombare a Terni decine di migliaia di tonnellate di rifiuti da bruciare, provenienti da altri Comuni, addirittura da altre Regioni.

Non Le scrivo da elettore, non Le scrivo da contribuente (e sì che ne avrei pieno diritto), non Le scrivo nemmeno da cittadino (pur essendolo io da sempre e la mia famiglia da almeno tre generazioni): Le scrivo da uomo che vuole vivere.

Di più, Le scrivo da padre che ama la propria figlia e la vuole vedere crescere. Badi bene, Signor Sindaco, nonostante io voglia vedere crescere ‘bene’ mia figlia, non Le scrivo per questo, perché altrimenti dovrei parlare di sicurezza, di scuola, di servizi sanitari, ed il discorso si allargherebbe. No, mi limito a scriverLe perché io voglio semplicemente vedere crescere la mia bambina, voglio semplicemente tutelare la sua salute, la sua vita.

Anche Lei è padre, quindi anche Lei si sarà svegliato di notte per controllare se i suoi figli dormivano bene, o se si erano scoperti.

Anche Lei si alza tutti i giorni e lavora, suda, combatte per poter dare loro un futuro dignitoso. Anche Lei si sarà soffermato, a volte, a pensare a quanto è fortunato ad essere padre, ed a quanto tiene ai suoi figli. Quante volte avrà detto a se stesso “darei la via per loro”? Scommetto in almeno un milione di occasioni.

Molte cose mi dividono da Lei, Signor Sindaco, ma almeno due ci uniscono: siamo vivi e siamo padri. Probabilmente sono le due cose più importanti, quindi, in ultima analisi, siamo fratelli.

Da fratello perciò Le parlo: badi alla salute di mia figlia come fosse la Sua.

Con affetto fraterno.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli