Terni, ‘acciaio d’oro’: «Io sono innocente»

Il gip Simona Tordelli ha ascoltato due dei sei indagati: Corrado Chiacchierini nega tutto

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Si sono svolti venerdì mattina, nel carcere di Terni, gli interrogatori di garanzia di due dei tre arrestati nell’ambito dell’operazione ‘Acciaio d’oro’, con cui la Forestale di Terni ha sgominato un’associazione a delinquere specializzata nei furti di ferro e acciaio all’interno del centro di finitura AST di vocabolo Sabbione.

ACCIAIO D’ORO: L’OPERAZIONE

Interrogati Il gip Simona Tordelli e il pm Elisabetta Massini hanno ascoltato Simone Leggerini, colui che, con l’uso del ‘ragno’, caricava il materiale per conto di una ditta privata, e Corrado Chiacchierini, il dipendente Ast incaricato di gestire la parte amministrativa degli ordini di materiali ferrosi. Il primo, assistito dall’avvocato Riccardo Matticari, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere.

ACCIAIO D’ORO: LE INTERCETTAZIONI

«Estraneo ai fatti» Chiacchierini, difeso dall’avvocato Francesco Mattiangeli, avrebbe invece chiarito diversi aspetti: «Il mio assistito – spiega il legale – ha negato ogni addebito relativo sia all’ipotesi di reato associativo che ai singoli episodi. Ha spiegato come, da addetto amministrativo, la sua competenza fosse solo quella di verificare che i trasporti avvenissero in condizioni di sicurezza. Nulla – aggiunge l’avvocato Mattiangeli – che riguardasse l’entità, il peso dei carichi e il loro arrivo all’impianto di viale Brin. Ha altresì ribadito come i trasporti fossero in qualche modo autonomi, con competenze in capo a singoli addetti». Il legale si è riservato di ricorrere al tribunale della libertà: istanza che verrà accompagnata da una richiesta, nei confronti del Gip, di attenuazione delle misure cautelari applicate.

Il sindaco Nella giornata di venerdì Leopoldo Di Girolamo, attraverso una nota, è intervenuto sugli esiti dell’operazione: «Voglio fare i complimenti e ringraziare gli inquirenti, magistratura e forze dell’ordine – scrive il primo cittadino – per l’ottimo lavoro che ha consentito di smantellare una serie di ruberie ai danni dell’Ast, azienda strategica non solo per la città di Terni. Oltre a palesare la soddisfazione mia e della città – prosegue Di Girolamo – voglio evidenziare che l’azienda simbolo di Terni, luogo di lavoro e di identità, va difesa nelle sue peculiarità, nella sua portata occupazionale, nella sua capacità di tenersi ad alti livelli sia nell’innovazione e che nelle trasformazioni tecnologiche. Non deve essere certo vista come ricchezza da depredare, occasione di facili guadagni e ruberie. In questa direzione va anche l’azione intrapresa dalle forze dell’ordine che hanno voluto difendere l’azienda e tutti coloro che vi lavorano con grande onestà e sacrificio».

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