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Home » Terni, bidoni per rifiuti diventano immondizia

Terni, bidoni per rifiuti diventano immondizia

di Marco Torricelli
30 Giugno 2016
in Altre notizie, Attualità, Politica
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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Se li sono trovati lì, sul marciapiede. Praticamente davanti all’ingresso del condominio che sta al civico 5o di via dell’Argine, a Terni. E pure davanti ad alcuni esercizi commerciali che su quella strada hanno le vetrine. Sono i 16 cassonetti che saranno destinati alla ‘raccolta differenziata’ dei rifiuti. Saranno. Perché per adesso sono solo stati parcheggiati su quel marciapiede, ma nessuno sa come e quando il servizio sarà attivato.

Terni via gramsci asm cassonetti raccolta differenziata (7)La rabbia «Il problema è che la gente – dice uno dei residenti nel palazzo – quando ha visto i cassonetti, ha cominciato a buttarci dentro l’immondizia e per la verità, come spesso succede, pure ad ammucchiarla vicino ad essi, senza sapere che poi nessuno sarebbe passato a svuotarli. E la cosa, soprattutto con le temperature di questi giorni, non è per niente è piacevole».

Nessuna informazione Hanno pure contattato l’Asm, per provare a saperne di più: «Ma, quando siamo riusciti a parlare con qualcuno – è la sintesi – ci è stato solo detto che la distribuzione dei cassonetti era stata affidata ad una ditta esterna, che infatti li aveva praticamente buttati lì e se ne era andata via. Nessun cartello che segnalasse il fatto che non erano da utilizzare e nessuna spiegazione sulla possibile sistemazione definitiva. Ci hanno detto che il piano di raccolta deve ancora essere studiato e che, quindi, non c’è nessuna certezza sui tempi».

Terni via gramsci asm cassonetti raccolta differenziata (1)L’emergenza Per evitare che la situazione degenerasse, spiegano i residenti, «abbiamo intanto raccolto i rifiuti che si stavano ammucchiando per terra e, dopo aver concentrati tutti i cassonetti insieme, li abbiamo legati con del nastro bianco e rosso (quello da cantiere e che si vede nelle foto; ndr) per cercare di impedire che fossero utilizzati, visto che nessuno li svuoterà per un bel po’». Ma la cosa ha funzionato solo in parte, perché oltre alla cattiva organizzazione del servizio, gli abitanti di via Gramsci 50 devono anche fare i conti con lo scarso senso civico di altri residenti, «che hanno rotto il nastro e gettato di nuovo l’immondizia all’interno».

Terni via gramsci asm cassonetti raccolta differenziata (3)I danni Il fatto, dicono ancora i residenti di via Gramsci, «è quei cassonetti, se li lasciano lì, rischiano di diventare a loro volta immondizia prima ancora di entrare in funzione sul serio. Altri soldi buttati, insomma. E il timore è che, poi, saremo a doverli pagare, senza nemmeno poter usufruire del servizio».

Melasecche Sulla questione ‘raccolta differenziata’ interviene anche la politica:  «Da molti anni ormai – dice Enrico Melasecche (I Love Terni) coloro che abitano in centro storico fanno la raccolta differenziata porta a porta anche per vedere concretizzate le promesse di una riduzione della tariffa. Ma la ‘tariffa puntuale’, chi più differenzia meno paga, rimane una presa in giro perché i risultati sono quelli che vediamo. Non solo, le premesse in questa seconda fase sono tutt’alto che rassicuranti».

Via Gramsci

Alcuni problemi Ci sono, dice Melasecche, «cittadini disperati perché hanno un disabile in famiglia e i pannolini dovrebbero tenerli in casa nei nuovi mastelli ‘tecnologici’ che distribuisce l’Asm, cioè semplici secchi di plastica aperti alle peggiori diffusioni di gas derivanti dai relativi processi chimici, per una intera settimana; altri si lamentano per l’abolizione dei sacchetti tradizionali per cui il materiale raccolto deve essere differenziato in casa, custodito nei modi che ognuno preferisce ma poi portato alla rinfusa e gettato nei cassonetti condominiali. Molti condomìni si ribellano per l’obbligo di dover trasformare gli ingressi dei palazzi, alcuni anche storici, in tante isole ecologiche alla mercé dei comportamenti più usuali, con fetori nauseabondi, sacchetti depositati fuori dai contenitori, un decoro che decisamente peggiora. I controlli da parte del Comune sono di fatto inesistenti: in cinque anni ne sono stati fatti pochissimi». Ma non solo.

Enrico Melasecche
Enrico Melasecche

Gli intrecci La tariffa puntuale, dice ancora il consigliere comunale di minoranza, «deve essere realmente incentivante altrimenti si parte con il piede sbagliato. Ebbene il Piano d’ambito sembra abbia previsto una sorta di valutazione collettiva per cui se in un condominio ci sono cinque famiglie su venti che disattendono le regole della raccolta è inutile che le altre sperino di risparmiare perché questo non accadrà mai, vista la mancanza di responsabilità a livello di singola famiglia. Chi guadagna in questo marchingegno sono solo i grandi operatori collegati al PD, perché le tariffe sono state congegnate dal piano d’ambito dall’Ati 4, presidente Di Girolamo, garantendo, più che meccanismi concorrenziali virtuosi, una sorta di cartello dei gestori, dalla discarica di Orvieto di proprietà Acea alla coppia Cosp-Asm, che a sua volta ha sempre avuto rapporti complessi con il Comune di Terni, che non ha di certo favorito funzionalità ed efficienza. Però l’Asm, in evidenti difficoltà finanziarie, rivendica nei confronti del Comune il versamento puntuale della Tari, che il primo incassa per remunerare il servizio di raccolta e smaltimento».

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