Terni, caso Comune: M5S ‘punta’ sul sindaco

A Di Girolamo viene chiesto di dire, prima del 12 dicembre, «se abbia ricevuto avvisi di garanzia o se abbia notizia del suo diretto coinvolgimento in indagini a suo carico»

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I confronti – anche serrati e fortemente polemici – tra il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo ed i cinque consiglieri comunali del M5S, con il capogruppo Thomas De Luca c’è stato più di uno scontro violento, ma quello che hanno deciso di fare stavolta i pentastellati potrebbe essere un atto foriero di conseguenze gravi, in un senso o nell’altro.

guardia-di-finanza-inchiesta-terni-comuneAttacco frontale Perché stavolta arrivano a mettere in discussione la stessa figura istituzionale del sindaco Di Girolamo, visto che con un’interrogazione urgente gli chiedono «se abbia ricevuto avvisi di garanzia o se abbia notizia del suo diretto coinvolgimento in indagini a suo carico». E dicono di volerlo sapere prima del 12 dicembre, giorno in cui è programmata la prossima seduta del consiglio comunale, visto che chiedono «la convocazione di un consiglio straordinario sul tema durante il quale ricevere puntuale risposta».

terni-comune-polizia-inchiestaLe motivazioni I cinque consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle partono dalla considerazione che «le vicende giudiziarie, denominate ‘Operazione Spada’, che hanno interessato negli ultimi giorni la città destano estrema preoccupazione nei confronti dei cittadini e in particolare in alcune categorie di lavoratori» e poi ricordano che «con la sottoscrizione della Carta di Pisa il sindaco si è impegnato di fronte a tutti i cittadini “… in presenza di indagini relative alla sua attività politica o amministrativa l’amministratore deve assicurare la massima collaborazione con gli inquirenti, astenendosi da qualsiasi azione od omissione volta a ostacolarne l’attività e facendosi carico di chiarire pubblicamente la sua posizione nei confronti delle ipotesi accusatorie…”»; ma che si è impegnato inoltre “…in caso sia rinviato a giudizio o sottoposto a misure di prevenzione personale e patrimoniale per reati di corruzione, concussione, mafia, estorsione, riciclaggio, traffico illecito di rifiuti, e ogni altra fattispecie ricompresa nell’elenco di cui all’art. 1 del Codice di autoregolamentazione approvato dalla Commissione parlamentare antimafia nella seduta 12 del 18 febbraio 2010, l’amministratore si impegna a dimettersi ovvero a rimettere il mandato. . .”».

Nessun commento Inutile, per il momento, chiedere di più: dal Movimento 5 Stelle si ricevono risposte interlocutorie, che fanno riferimento a «rumors importanti» e a «voci abbastanza consistenti». Chiaro che si rendono conto che, stavolta, c’è poco da scherzare e che, se questa sortita si dovesse rivelare un ballon d’essai fatto volare al momento sbagliato, o senza le necessarie coperture, si potrebbe trasformare in un clamoroso boomerang.

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