Terremoto in Umbria, quelle strade dilaniate

Le case hanno retto e non ci sono state vittime, ma i primissimi riscontri fanno emergere costruzioni senza cemento e asfalto senza i necessari sostegni

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di Lucina Paternesi

I borghi saranno ricostruiti lì dove erano e come erano. Sono queste le premesse all’indomani della riunione tecnico-operativa di venerdì a palazzo Chigi, dove era presente anche la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini.

norcia terremoto

Cittadini in fila a Norcia

Verifiche tecniche A Norcia, già da giovedì, i cittadini erano in fila davanti agli uffici comunali posizionati davanti al palazzetto dello sport per richiedere le prime verifiche strutturali alle abitazioni. Ma l’ordine, che arriva direttamente dal Dipartimento nazionale di Protezione civile, è di non procedere a sopralluoghi, almeno finché continuerà lo sciame sismico. Sono oltre mille e trecento, infatti, le scosse che dalla terribile notte tra mertedì e mercoledì continuano a mettere a dura prova gli abitanti e i centri umbri più colpiti, Norcia e le sue frazioni, soprattutto Castelluccio.

Campanile Castelluccio di Norcia

Il campanile di  Castelluccio di Norcia

Il campanile Intanto, però, i vigili del fuoco e alcuni tecnici hanno iniziato con le prime verifiche straordinarie sugli edifici pubblici più compromessi. Tra le priorità la messa in sicurezza del campanile della chiesa di Castelluccio, a rischio crollo improvviso. Proprio per questo motivo, infatti, tutto il centro storico è stato dichiarato ‘zona rossa’ e è impossibile per i residenti accedervi. «Potrebbe cadere da un momento all’altro – spiegano i vigili del fuoco di Foligno impegnati sul posto – una scossa anche di media entità, come quelle che stiamo sentendo qui da quando siamo arrivati – potrebbe far venire giù tutto il campanile». Data la posizione al centro del paese, la chiesa è circondata da tutte abitazioni private tutte fortemente a rischio qualora la struttura dovesse venire giù.

Camini A qualche giorno dalla prima terribile scossa delle 3.36 di notte, Castelluccio risulta fortemente danneggiato dal terremoto, molto più di Norcia. A fare il giro, sin dai primi minuti, è la foto di un camino che si è staccato dal tetto di un’abitazione ed è crollato sul parabrezza di una macchina parcheggiata sotto, squarciandolo. La macchina è parcheggiata ancora lì e, come spiegano i vigili, «non è insolito, durante un terremoto, vedere queste immagini – spiegano ancora i vigili – i camini fatti in mattoncino sono i primi a venire giù».

Le case costruite senza cemento

Le case costruite senza cemento

Poco cemento armato Lo stesso qui è accaduto con alcuni edifici. A guardarlo oggi, il paese, sembra veramente un miracolo che non ci sia stata nessuna vittima. Ci sono pietre, mattoni, tegole e massi ad ostruire viuzze o piazzette, in alcuni casi le abitazioni sembra siano state squarciate da una bomba. Accanto, invece, quelle restaurate più di recente, sembrano non aver riportato danni. La zona rossa è tutta così, vecchi edifici venuti giù o con i tetti sfondati e villette bifamiliari intonse. «Le case che hanno subito una seria ristrutturazione – ci spiegano alcuni tecnici – hanno retto e anche bene, dentro come fuori. Anche quelle più vecchie, nonostante siano caduti i coppi dal tetto. Altre, invece, si sono letteralmente sbriciolate e dal materiale caduto possiamo notare come siano state costruire. Pietre a secco, sabbia, mattoni. Pochissimo cemento armato». Una condanna a morte, in caso di terremoto.

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La strada allargata di recente

Danni E’ per questo che, al di là della montagna, interi paesi sono venuti giù. A Norcia e dintorni, con la ricostruzione post sisma prima del 1979 e poi, dopo il terremoto del ’97, le case hanno retto e in Umbria non ci sono state vittime. «Norcia è la città simbolo del terremoto» aveva detto la presidente Marini nei giorni scorsi. Ma se, fortunatamente, non ci sono stati morti, i danni qui a Castelluccio si continueranno a contare per giorni, mesi e forse anche anni. E di questo ne è convinto chi è proprietario di un immobile. «A Nocera – borbotta qualcuno – la scuola è stata ricostruita dopo 18 anni dal terremoto. Se questo è quello che ci aspetta, è meglio non pensarci».

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Asfalto spaccato

Voragine in strada Ma oltre alla scuole, alle chiese e agli edifici pubblici, di cui dalla prossima settimana si inizierà a capire l’entità dei danni, ci sono anche le strade. Come quella che circonda il centro storico di Castelluccio nella parte più esterna. Una piccola stradina in discesa che, di recente, è stata allargata verso l’esterno e l’aggiunta è visibile anche a occhio nudo. Qui il terremoto ha dilaniato l’asfalto, tanto che in alcuni punti è possibile penetrare il terreno con una mano. «Questo è un lavoro fatto male, malissimo – ci spiegano i tecnici – nonostante sia stato fatto di recente. Sotto il primo strato di cemento mancano totalmente i sostegni che avrebbero dovuto tenere insieme la strada, i bracci di ferro all’interno o un sostegno esterno, dalla parte della scarpata. Con un’altra scossa questo viale potrebbe spaccarsi del tutto e scivolare lungo la collina». Ancora più avanti anche la strada normale si è aperta, segno che chi ha costruito qui lo ha fatto senza rispettare le norme. «Per capire come mai si siano create queste voragini andrebbero guardati i progetti, se mancano del tutto gli espedienti anti sismici o se, anche se contenuti nel progetto e pagati dall’ammisitrazione, non sono mai stati realizzati per limitare i costi o risparmiare e guadagnarci di più».

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