«Vivrò in questura, è qui che mi troverete h24, salvo quando mi dedicherò al mio unico hobby: passeggiare». Scherza, ma non troppo, il neo questore di Terni, il 56enne Michele Abenante, originario della Calabria, che martedì mattina si è ufficialmente insediato al vertice degli uffici di via Roberto Antiochia. Dopo quello con il prefetto Antonietta Orlando, si è svolto l’incontro-saluto con la stampa. Seguiranno quelli con le istituzioni locali e i vertici delle forze dell’ordine. «Ogni nostro sforzo – ha detto Abenante – è destinato ai cittadini: siamo al servizio esclusivo della nazione e continueremo a dare il massimo per Terni e il suo territorio, senza distinzione alcuna». Due le ‘stelle polari’ citate dal nuovo questore in riferimento all’azione della polizia di Stato: «Le direttive del prefetto, in termini di prevenzione, e quelle del procuratore della Repubblica, sul fronte della repressione». Abenante prende il posto di Luigi Mangino, nuovo questore di Macerata.
Nel corso della sua attività in polizia di Stato – QUI IL CURRICULUM (.PDF) di Michele Abenante, che ha prestato giuramento nel 1988 come allievo vice commissario – il nuovo questore ha operato soprattutto nel Mezzogiorno: Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Sardegna. L’ultimo incarico a Roma, presso l’ufficio centrale ispettivo. Fra gli incarichi operativi, quello di capo della squadra Mobile di Lecce e di capo di Gabinetto presso la questura di Taranto, «anche durante le difficili fasi della vertenza Ilva». Per Terni e l’Umbria, parole di apprezzamento: «Conosco questi territori, da turista, e ho iniziato a conoscerli meglio ora. Sono posti bellissimi, dove si mangia e vive bene. E Terni mi dà l’impressione di una città tranquilla». Due i progetti di cui ha brevemente parlato con il prefetto Orlando: «Quello relativo al ‘controllo di vicinato’, che ho sperimentato in prima persona ad Avellino e che può dare ottimi riscontri sul piano del contrasto ai reati predatori e alle odiose truffe agli anziani. E poi ‘Mille occhi sulla città’ per mettere in rete ed implementare le telecamere di sorveglianza che per noi sono fondamentali sia come deterrente che come strumento investigativo». Poi i ringraziamenti, «al capo ed al vice capo della polizia che mi hanno dato questa opportunità. Noi ‘ci saremo sempre’, come dice il nostro motto».