di Giovanni Cardarello
Gli amministratori locali italiani, di ogni orientamento e latitudine, da qualche anno attendono, con ansia mista a speranza un’analisi, molto solida e ben considerata, del quotidiano di Confindustria, Il Sole 24 Ore. Un’analisi che, seguendo parametri oggettivi e intervistando un campione di cittadini considerevole, rendiconta sullo stato del consenso (e dissenso) della performance che sindaci e presidenti di regione hanno presso i propri amministrati.

Anche stavolta l’analisi, pubblicata sull’edizione oggi in edicola del quotidiano, è già al centro del dibattito politico. Se non altro perché si sta per aprire una stagione di riforme che potrebbero variare, già nel 2027, l’assetto istituzionale; perché in autunno si vota in cinque regioni e perché il Governo nazionale, scavalcata senza danni apparenti la metà della Legislatura, si prepara a raccogliere i frutti di quanto seminato.
Il sondaggio Governance Poll 2025, come recita il Sole 24 Ore, è stato realizzato da Noto. Il campione è composto da 1.000 elettori in ogni Regione e 600 in ogni Comune, disaggregati. Non sono stati presi in considerazione i Comuni e le Regioni in cui si è votato nel 2025. Il periodo in cui sono state effettuate le interviste va dal 7 aprile al 27 giugno 2025. La modalità di somministrazione dei questionari sono state le interviste effettuate con sistemi misti (telefoniche con l’ausilio del sistema C.A.T.I., telematiche tramite il sistema Cawi).

Il margine di errore, ma è un atto dovuto, in verità è più basso è del 3,7% (sia in positivo che in negativo). Governance poll ci racconta che, per la prima volta nella Storia, il sindaco con il maggiore consenso è un esponente di Fratelli d’Italia, il partito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Si tratta di Marco Fioravanti sindaco di Ascoli Piceno che raccoglie il 70% di consenso (anche se in calo rispetto al 73,9 del 2024).
Alle sue spalle nella top five dei sindaci quattro esponenti di centrosinistra, Michele Guerra di Parma, Vito Leccese di Bari, Gaetano Manfredi di Napoli e Mattia Palazzi di Mantova.
Nel caso dei presidenti di regione la vetta è di Massimiliano Fedriga, della Lega, che guida il Friuli-Venezia-Giulia con 66,5% del consenso. A parte Giani, presidente della Toscana, quarto, la top-five è tutta composta da esponenti del centrodestra. Zaia, Veneto secondo, Cirio, Piemonte terzo e Occhiuto, Calabria, quinto. Ma come vanno gli amministratori umbri? Il dato è afferente solo alla presidenza della Regione e ai due capoluoghi. Ma i numeri danno indicazioni politiche interessanti.
Partiamo dal dato più solido, quello del sindaco e presidente della Provincia di Terni Stefano Bandecchi che si assesta al 34° posto aumentando il proprio consenso rispetto al dato del 2024 arrivando al 55%, più 0,4 rispetto a Governance Poll del 2024. Bandecchi però è in gruppone di sindaci che va dal 19° al 52° posto divisi da uno scarto inferiore al 2% (in positivo e in negativo).

Non bene il sindaco di Perugia Vittoria Ferdinandi che scende al 51% rispetto al 52,1% dello scorso anno. Un calo non netto come in altri casi ma comunque da registrare. Così come è da registrare il dato della Presidente della Regione Umbria Stefania Proietti che sale dal 51,1% al 52% attestandosi al decimo posto della graduatoria. Ma ad un passo da Bardi della Basilicata e De Pascale dell’Emilia-Romagna. Da segnalare, infine, un concetto.
Nell’analisi del dato il sociologo Antonio Noto, titolare dell’agenzia che ha realizzato il sondaggio, spiega che ‘il punto essenziale per interpretare i dati è che il Governance poll non va confuso con le intenzioni di voto. Non si analizza uno scenario competitivo ma la scelta posta agli intervistati riguarda solo l’amministratore in carica, a prescindere dall’appartenenza politica, che non viene menzionata nell’intervista’. Questo fa sì che il giudizio si concentri sull’operato. Un’analisi delle performance degli amministratori e non una proiezione del consenso.