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Home » Perugia, l’ospedale ‘buon pagatore’

Perugia, l’ospedale ‘buon pagatore’

di Elisa Marioni
23 Febbraio 2017
in Ambiente e salute, Dal territorio, Economia, Politica
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
Il ‘Santa Maria della Misericordia’

Il ‘Santa Maria della Misericordia’

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Un ottimo secondo posto. C’è anche Perugia nella classifica sugli enti pubblici più virtuosi d’Italia nei pagamenti, stilata dal Corriere della Sera e aggiornata a marzo 2016. Dopo il comune di Castel Castenedolo in provincia di Brescia e subito prima del ministero dell’Economia e della Finanze, c’è infatti l’azienda ospedaliera del capoluogo umbro, che ottiene la ‘medaglia d’argento’ grazie ai 30 giorni d’anticipo medi, rispetto alla scadenza, con cui paga i suoi fornitori.

La classifica

La situazione I nuovi termini da rispettare per gli enti pubblici sono fissati da una direttiva della Commissione europea datata 2013, che stabilisce che il pagamento dei fornitori dev’essere fatto entro un minimo di 30 e un massimo di 60 giorni. Prima in Italia si pagava a 180 giorni. Le amministrazioni pubbliche italiane, però – circa 22 mila – faticano a rispettare i nuovi paletti, tanto che Bruxelles ha messo in moto il processo che potrebbe portare l’Italia ad essere sanzionata per i suoi ritardi, insieme a Grecia, Spagna e Slovacchia. Poche sono le eccezioni, messe in evidenza del Corriere della Sera. Di queste fa parte l’azienda ospedaliera di Perugia che risulta velocissima a liquidare le fatture presentate dai fornitori.

Record regionale L’Umbria nel suo complesso, invece, detiene il record a livello regionale: i giorni di attesa perché i fornitori incassino le fatture sono soltanto 31. Seconda è la Campania con 33, mentre la maglia nera va al Molise, in cui i pagamenti avvengono a 516 giorni.

«Azienda solida ed efficiente» Questo risultato, per il direttore generale dell’azienda ospedaliera Emilio Duca, significa innanzitutto che l’azienda, dal punto di vista economico-finanziario, è solida. «È evidente – commenta parlando con umbriaOn – che il pagamento in anticipo può avvenire soltanto quando hai liquidità. È un fenomeno tipico dell’Umbria, dove tutte le aziende sanitarie non sono in anticipazione di cassa (non ricorrono a prestiti, ndr) e questo consente di avere bilanci solidi».

«In miglioramento» I tempi dei pagamenti, stando alle classifiche già soddisfacenti, dell’azienda ospedaliera perugina, sembrano essere in via di miglioramento. «I dati del Corriere sono aggiornati a marzo 2016 ma nel frattempo abbiamo ulteriormente accorciato i tempi nel corso del 2016 ed ora – spiega Duca – facciamo fatture non più a 30 giorni (con 30 di anticipo sul limite che per le aziende sanitarie è fissato a 60), ma a 19-20 giorni». Questo a Perugia è possibile nonostante i vari passaggi burocratici obbligati – almeno quattro, di ufficio in ufficio – che scattano dal momento in cui la fornitura arriva. «Ormai i referenti sanno a chi

Il dg Emilio Duca

inoltrare cosa e tutta la filiera legata alla fornitura è diventata molto efficiente». Ed essere puntuali, o addirittura in anticipo, giova anche alle casse dell’azienda: «Per chi paga in ritardo aumentano anche i costi, se si paga dopo 60 giorni scatta l’indennità di mora».

La top ten I primi tre nella classifica del Corriere sono seguiti a ruota dal comune di Rosignano Marittimo, il ministero degli Esteri, il comune di Lumezzane (Brescia), l’ente di previdenza dei periti industriali, il comune di San Leonardo in Passiria (Bolzano), il ministero della Salute e la Provincia di Mantova. Tra tutti questi,  l’azienda ospedaliera di Perugia è l’unica che emette un gran numero di fatture: se gli altri enti sono intorno alle 2000 all’anno, l’ospedale perugino supera le 15 mila per un importo di circa 100 milioni di euro.  

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