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Home » Ast Terni, Usb attacca: «No a ferie forzate»

Ast Terni, Usb attacca: «No a ferie forzate»

di Simone Francioli
25 Maggio 2017
in Ast, In evidenza, Opinioni
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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dell’Unione sindacale di base Terni

La Rsa-Usb di Ast esprime forte dissenso sulla metodologia usata dalla direzione aziendale per ammortizzare la fermata del reparto a caldo. L’uso delle ferie forzate, solo per chi possiede un carico superiore alle 160 ore, è per noi inaccettabile. Così facendo infatti, l’azienda scarica il peso della fermata solo sulle spalle di alcuni lavoratori e crea di fatto una separazione tra gli operai: chi rimarrà al lavoro, magari facendo corsi di aggiornamento organizzati appositamente e chi se ne starà a casa, colpevole del fatto di non aver potuto consumare le ferie grazie agli organici ridotti all’osso e che non permettono la fruibilità del monte ore a disposizione.

La Rsa denuncia inoltre l’aggravarsi di metodi “vessatori” usati dall’azienda: il clima repressivo e la caccia alle streghe serve solo a generare un clima di paura tra i lavoratori e non va assolutamente nella direzione del miglioramento continuo. La situazione impiantistica dell’area a caldo è pessima – il forno 5 è stato fermo per alcuni giorni a causa di problemi – e l’azienda, invece, pensa bene di porre in atto processi ai lavoratori che commettono magari piccoli errori. La verità è che i primi responsabili del decadimento impiantistico e della situazione attuale in cui versa la fabbrica, sono i dirigenti che si ostinano a perseguire le “performance di bilancio” solo attraverso tagli alle manutenzioni degli impianti.

Tutto ciò contribuisce ad incrementare condizioni di scarsa sicurezza sul lavoro ed il ricorso alla lettura delle “pillole quotidiane”, risulta essere solo una toppa con cui l’azienda cerca di mettersi al riparo. In più, il ricorso alle “Procedure Organizzative di Sicurezza” non è garantito dai ritmi di produzione e questo fatto è molto grave. Le procedure devono essere garantite sempre e i delegati sindacali, soprattutto gli Rls, devono vigilare sul corretto svolgimento di tali indispensabili pratiche. Siamo al paradosso: quando si hanno gli ordinativi la produzione deve essere veloce e senza guardare tanto alla sicurezza, quando non si hanno commesse si sta a casa in ferie forzate.

In merito a tutto ciò, come non notare la complessiva perdita di peso della Rsu all’interno dello stabilimento: questo è il risultato sia dell’accordo sottoscritto al Mise, sia di una volontà precisa di controllo verticistico. L’incontro che la d.a. avrà solo con i segretari dei sindacati di categoria più rappresentativi, parla proprio di questo: un tentativo di superare e depotenziare la Rsu, per determinare una gestione verticistica della crisi, che si riproporrà inevitabilmente anche nell’eventualità di una futura vertenza.

Pertanto, le prossime elezioni per il rinnovo dell’organismo di rappresentanza dei lavoratori, devono consegnare agli stessi una Rsu rinnovata, forte e determinata, autorevole ed indipendente, che sappia ricondurre ad obiettivo primario e prioritario l’interesse collettivo dei lavoratori di Ast e che ponga in atto azioni volte alla salvaguardia dell’interezza delle produzioni.

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