di Walter Patalocco
Nel 1287 Tommaso vescovo di Terni chiamò i confratelli frati Agostiniani ad occuparsi della chiesa di San Pietro in Trivio e del collegato oratorio di San Salvatore. Se l’atto ufficiale di nascita della chiesa viene oggi datato 1287 è certo che comunque il nucleo originario esisteva già 730 anni fa. I frati agostiniani furono autorizzati a costruire in quel punto una chiesa nuova dove si trasferirono dal convento che occupavano a Rocca San Zenone.
La chiesa di San Pietro, una delle poche eccellenze culturali rimaste dopo il turbinio dei bombardamenti, ha subito numerosi ampliamenti e restauri a cominciare dal 1315 quando fu costruito il convento annesso, che oggi è sede scolastica, e che a suo tempo fu ricovero di una certa importanza, se non altro per aver ospitato due volte il papa: nel 1450 vi sostò per la notte Nicolò V insieme ai componenti della sua corte e nel 1646 Pio II.
Danneggiata nel 1703 dal terremoto e molti anni dopo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, San Pietro è stata oggetto di una serie di interventi di consolidamento e ricostruzione. I crolli dovuti alle bombe ebbero almeno il merito di far tornare alla luce affreschi pregevoli risalenti al XIV secolo tra i quali svetta l’opera di un ignoto pittore umbro che dal soggetto di un dipinto, è oggi noto come ‘Maestro della Dormitio Virginis’.
Dentro storici e importanti affreschi, fuori una discarica. C’è qualcuno, in quella zona di Terni, al quale delle regole non importa proprio niente. Per mesi ha lasciato i sacchetti della sua immondizia nel vicoletto a fianco alla chiesa. Ora il ‘salto di qualità’: la sua immondizia la lascia appoggiata alla parete in pietra sponga della vecchia chiesa, sotto i resti di un affresco che – dicono comunque i canonici di San Pietro – è stato distaccato e ricoverato in zona meno pericolosa per la sua sussistenza.
Una discarica che sta lì da giorni, nel centro cittadino. Con colpa doppia di chi dovrebbe raccogliere i rifiuti in una città come Terni che si vanta di aver fatto notevoli passi avanti nella raccolta differenziata. Sarà per quello, forse: che quell’immondizia non essendo carta, né plastica, né organico e non stando dentro i relativi raccoglitori, non è di competenza di nessuno tra i mezzi di raccolta – differenziati anch’essi – che vi passano davanti.
La seconda colpa è che s’era sentito dire che ci fossero le modalità e i mezzi per far rispettare se non le regole stabilite dalla pubblica amministrazione, almeno quelle del vivere civile. La tolleranza a volte è controproducente e produce brutte imitazioni di comportamenti irrispettosi e a volte pericolosi (vedi le soste selvagge puntualmente impunite).
E’ possibile che non si riesca ad individuare questo ‘zozzone’ per spiegargli cosa significa essere un cittadino?