La condanna a due anni di reclusione, in primo grado, risale a dicembre 2016, venerdì mattina la Corte di Appello di Perugia ha concesso un piccolo ‘sconto’: un anno e otto mesi è infatti la pena inflitta ad uno psicologo romano di 57 anni, tra l’altro dipendente del ministero dei trasporti, finito nei guai con l’accusa di aver molestato sessualmente due pazienti durante alcune terapie a cui si erano sottoposte a domicilio. Ma solo una delle due, secondo i giudici perugini, sarebbe stata effettivamente abusata.
I fatti Si tratta di una 30enne di origine rumena residente nella zona del ternano – assistita dall’avvocato Carlo Orsini – che insieme alla compagna del padre (vecchio amico del professionista), una 40enne anche lei rumena, si era rivolta all’uomo per avere un supporto psicologico in un periodo particolarmente delicato della propria vita. Entrambe le donne avevano quindi avviato le terapie nell’abitazione del loro familiare – una villa di Narni -, terapie che però ben presto si erano interrotte. Già dalla prima seduta, infatti, tutte e due le pazienti (‘visitate’ separatamente) avrebbero notato comportamenti strani da parte del professionista, fin troppo diretto dal punto di vista fisico, visti i ripetuti abbracci e le mani posate su varie parti del corpo.
Le riprese Era quindi scattata la denuncia ai carabinieri e, tramite alcune telecamere nascoste, gli investigatori avevano ripreso le sedute ‘incriminate’, registrando – sempre secondo l’accusa – palpeggiamenti, abbracci e baci. Di fronte alle immagini lo psicologo si era difeso facendo riferimento ad una particolare terapia che prevede un contatto diretto con i pazienti, giustificazione che però non aveva retto davanti al tribunale di Terni, dove l’uomo – difeso dall’avvocato Giampiero Rovetto – era stato condannato per violenza sessuale e molestie nei confronti di entrambe le donne, ma anche per truffa ai danni dello Stato. Per svolgere una delle sedute finite nel mirino degli investigatori, infatti, aveva chiesto un’autorizzazione per uscire dal luogo di lavoro – il ministero – per motivi di servizio.
L’assoluzione La Corte d’Appello lo ha però ritenuto estraneo rispetto a quest’ultima contestazione, così come dai reati ipotizzati ai danni della più anziana delle due donne, assistita dall’avvocato Laura Chiappelli. Confermate invece le accuse rivolte al professionista da parte della ragazza, il cui legale esprime soddisfazione per l’esito del processo. Probabile però che il procedimento arriverà fino in Cassazione, davanti alla quale la difesa potrebbe presentare ricorso una volta depositate le motivazioni della sentenza (entro 90 giorni).