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Home » Norcia, raccolta firme: Basilica come nel 2016

Norcia, raccolta firme: Basilica come nel 2016

di Redattore
31 Ottobre 2018
in Apertura 5, In evidenza, Terremoto 2016
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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di P.C.

Tremila firme per chiedere che la Basilica di San Benedetto a Norcia venga ricostruita così com’e era due anni fa, prima di quella maledetta scossa che, alle 7.41 del 30 ottobre 2016, la fece sgretolare, trasformandola nel simbolo del sisma umbro. E intanto poco lontano su legge ancora una scritta amara: «Piazza dimenticata da Dio e dagli uomini».

TUTTO SUL TERREMOTO DEL 2016

La raccolta di firme

Commemorazione in piazza

Da quel terribile giorno, l’impatto visivo ed emotivo, a chi arrivi in piazza, è più o meno sempre lo stesso: basilica protetta da impalcature, dietro la quale si scorge la facciata davanti alle macerie. I nursini, e non solo loro, vogliono invece la loro basilica, intitolata al patrono d’Europa, esattamente com’era. Le firme saranno inviate alla Commissione di indirizzo, presieduta dal professor Antonio Paolucci e nominata dal ministero dei Beni Culturali, che dovrà decidere le linee guida per la riedificazione. «I firmatari sono cittadini ma anche semplici innamorati della terra di San Benedetto che hanno inviato la loro adesione da ogni parte del mondo», ha spiegato Francesco Ferrari, il portavoce del Comitato spontaneo pro Basilica identica, che si è costituito un paio di mesi fa.

I monaci pregano per San Benedetto

«A due anni del terremoto i monaci del monastero di San Benedetto di Norcia condividono lo stesso cammino di tutta la gente che vuole ricominciare, ma spesso si trovano davanti ad ostacoli anche insormontabili, tanto che il monastero si è trovato a volte confuso nella rete burocratica non sempre facile da comprendere»: così all’Ansa il priore padre Benedetto Nivakoff, che ha commentato i 24 mesi trascorsi dalla scossa del 30 ottobre 2016. «Abbiamo imparato da questa esperienza che ogni giorno tutto può essere migliorato e reso più efficiente – ha detto il priore – ma al tempo stesso abbiamo compreso che dobbiamo accettare i limiti di ogni realtà umana e che solo Dio è illimitato, onnipotente e senza confini. Comunque la realtà è ben compresa dal Padre vero della nostra città: San Benedetto. Possiamo ricordare come, in una visione, vide che tutto ciò che aveva costruito sarebbe stato distrutto, ma rimasero in vita tutti i monaci e sotto questo aspetto ogni giorno dobbiamo ricordare il terremoto come un monito, un invito a guardare la vera vita e la vera salvezza: quella eterna».

Marini: «Umbria all’altezza dell’emergenza»

Catiuscia Marini

«L’ Umbria ancora una volta si è mostrata all’altezza dell’emergenza in questi due anni post sisma e questo grazie a un consolidato gioco di squadra tra tutti i dipendenti pubblici e la rete dei volontari -ha detto la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini – quello di non essere riusciti a far capire al Parlamento e al Governo che c’è bisogno di una normativa speciale per la ricostruzione. Non significa non avere regole, ma avere, in materia di appalti e di semplificazione amministrativa, un quadro normativo che permette di accorciare i tempi autorizzativi della ricostruzione. Nel 2019 ci attendiamo il picco massimo delle richieste per avviare la ricostruzione leggera e pesante».

Il sindaco: «Serve testo unico emergenze»

«Guardiamo al passato per far tesoro delle esperienze, cosa è stato fatto di bene e di cosa avremmo potuto fare meglio, augurandoci che il nostro Paese possa finalmente di un testo unico per la gestione delle emergenze – ha detto il Sindaco Nicola Alemanno – la logica di queste giornate è quella di guardare al futuro per iniziare a pensare alla nuova città che dovrà essere innanzitutto sicura. Il decalogo per la ricostruzione che abbiamo proposto (inserito anche nel periodico comunale ‘Sala 40’) pone degli spunti di riflessione, tra questi quello di far sì, ad esempio, che ogni edificio ricostruito sia inserito in una comunità ‘intelligente’ e non un elemento a se stante. È l’apertura di un dibattito che ci auguriamo approdi in un paio di mesi in consiglio comunale e possa divenire un vero e proprio manifesto, per e della nostra comunità resiliente, caratteristica che ormai ci contraddistingue».

I numeri, 730 giorni dopo

Alemanno ha poi elencato in un report i numeri del lavoro fatto dagli uffici comunali: 1376 sono gli abitanti delle Sae nel territorio comunale; 1812 le persone assistite attraverso il contributo di autonoma sistemazione. Ma tra i dati che lasciano ben sperare per il futuro c’è l’incremento degli studenti nelle scuole e all’asilo nido comunale, che è passato da 24 a 32 bambini, il che fa dire al sindaco che no, «Norcia non morirà». Anche la Marini ha dato i numeri: oltre mille i «funzionari silenziosi» degli enti pubblici che si sono prodigati incessantemente nel corso dell’emergenza e all’interno del sistema organizzato dalla Protezione Civile si sono inseriti anche oltre duemila volontari.

IL REPORT DEL COMUNE DI NORCIA

La mostra

Heartquake

Nel corso della mattinata è stata inaugurata alla galleria commerciale e artigianale di Norcia anche la mostra fotografica di comunicazione istituzionale “Heartquake. Europe supports Umbria” con foto di Marco Giugliarelli e Fabrizio Troccoli: una testimonianza di come l’Umbria abbia gestito l’emergenza post sisma, anche grazie al contributo dell’ Europa. La mostra è liberamente visitabile. Inoltre è stata presentata la quarta edizione di Expo Emergenze, che si terrà a Bastia Umbra dal 16 al 18 novembre, dedicata al mondo della sicurezza e delle emergenze. A fare da apripista l’anteprima dell’edizione speciale della rivista ‘Riflesso’ con una vision sulla ricostruzione futura dei territori colpiti dal sisma, ben enunciata da Paolo Belardi, direttore dell’Accademia.

Si ringrazia Francesca Rizzi per le immagini

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