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Home » Perugia, arde il fuoco di San Costanzo

Perugia, arde il fuoco di San Costanzo

di Fabio Toni
29 Gennaio 2020
in Eventi
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
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Con la processione della luminaria e la preghiera dei primi vespri solenni, nel pomeriggio del 28 gennaio, sono iniziate a Perugia le celebrazioni in onore del santo patrono Costanzo, vescovo e martire.

Le immagini della luminaria in corso Vannucci

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Il bando

A dare il via, di fronte a Palazzo dei Priori, sono state le parole del banditore, che – davanti al sindaco Romizi, alla presidente Tesei e alla consigliera della Provincia di Perugia Borghesi, ad altri rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, nonché delle forze dell’ordine, al cardinale Bassetti, insieme al vescovo ausiliare Salvi- ha letto la grida con l’editto del Comune di indizione della luminaria di San Costanzo.

La storia

Sette secoli fa – era l’11 dicembre 1310 – i nove priori delle arti del comune di Perugia istituirono questa celebrazione festosa, civile e religiosa insieme, detta ‘il lume’ o la ‘luminaria’ con cui si intendeva invocare il martire Costanzo per la salvaguardia e l’accrescimento della pace e della tranquillità del popolo di Perugia. Alla manifestazione dovevano partecipare obbligatoriamente i maggiorenti della città, “recando in mano dei lumi”: i priori delle arti, il podestà, il capitano, i consoli della Mercanzia e gli auditori del Cambio, gli artigiani di tutte le corporazioni, ed anche il Vescovo con tutto il clero, oltre al popolo di tutti i borghi.

I rappresentanti istituzionali

Incontro fra laici e religiosi

Oggi come allora, tutta la città era presente in centro storico per onorare il Vescovo e Martire Costanzo. Subito dopo l’accensione delle fiaccole, il corteo si è avviato verso la basilica eretta nel luogo in cui – secondo la tradizione – San Costanzo fu sepolto dopo il martirio, avvenuto a Foligno. La processione ha attraversato tutto il centro storico, procedendo, torce alla mano, lungo via Fani, Piazza Matteotti, via Oberdan, le scalette di Sant’Ercolano, i Tre Archi, corso Cavour e Borgo XX Giugno.

Bassetti invita alla ‘serietà’ della vita

Il cardinale Gualtiero Bassetti, nell’omelia dei Vespri, rivolgendosi alle autorità civili e religiose e ai numerosi fedeli che gremivano la basilica intitolata al patrono, ha definito Costanzo ‘padre nella fede’. «San Costanzo – ha detto – ci invita alla condivisione e alla serietà di vita, perché si possa crescere nella pace e nel progresso civile. Al presente, certo, non mancano le difficoltà. Non sfugge a nessuno la precarietà del vivere per molti concittadini”. “Come comunità ecclesiale – ha evidenziato – siamo stati sempre vicino a chi soffre, ai bisogni della gente. La Caritas ha organizzato servizi di prima necessità ben diffusi sul territorio, con grande attenzione per i disagi sociali ed economici».

Il video delle celebrazioni religiose

L’omelia del Cardinale

«Come ogni anno, ci ritroviamo nella chiesa-basilica minore dedicata al santo patrono Costanzo – ha esordito il presule –. Qui sono custodite le sue reliquie, e da tempo immemorabile i perugini vi si recano per rendergli omaggio, quale padre nella fede. Anche noi siamo scesi dall’acropoli, dalla piazza grande ove si affacciano i palazzi della Perugia civile e religiosa, e dove la cattedrale sembra coniugare, in un felice abbraccio, realtà temporali e spirituali. Si tratta della storia plurimillenaria di una città e di una società che hanno trovato, nel cristianesimo, la linfa vitale per sorgere e svilupparsi, in armonia e concordia, anche se non sono mancati periodi di crisi e di contese, che, se da una parte hanno prodotto incomprensioni e sofferenza, dall’altra non hanno intaccato la consapevolezza della comune e condivisa origine cristiana».

Crescere nella pace e nel progresso civile

«San Costanzo ci ricorda questa comune discendenza, documentata, per quanto lo riguarda, dalle decisioni dei magistrati cittadini in suo onore. Ecco perché, ancora oggi, ci invita alla condivisione e alla serietà di vita, perché si possa crescere nella pace e nel progresso civile. Scendendo verso questa storica chiesa, abbiamo attraversato una parte significativa della città. Abbiamo costeggiato antiche case e palazzi; ci siamo soffermati dinanzi a monumenti storici che hanno segnato la grandezza della nostra città: il fiorire delle arti, del benessere, dei valori sociali e religiosi. Una storia avvincente che ancor oggi ci emoziona e ci stupisce».

La precarietà del vivere

«Al presente, certo, non mancano le difficoltà – ha commentato il cardinale –. Non sfugge a nessuno la precarietà del vivere per molti concittadini. La crisi economica, dalle caratteristiche planetarie, non ha risparmiato la nostra terra. Da anni si sono acutizzate alcune situazioni di malessere: la scarsità del lavoro, soprattutto per i giovani; i problemi all’interno delle famiglie; l’invecchiamento della popolazione, con i problemi che ne conseguono.

L’attenzione per i disagi sociali ed economici

«Come comunità ecclesiale – ha evidenziato Bassetti – siamo stati sempre vicino a chi soffre, ai bisogni della gente. La Caritas ha organizzato servizi di prima necessità ben diffusi sul territorio, con grande attenzione per i disagi sociali ed economici. Ma siamo stati vicini soprattutto con la presenza vivificante in tante realtà sociali e comunitarie. Fede e carità sono sinonimi, favoriscono la dignità umana e salvaguardano la convivenza».

Tanti segni di speranza… i giovani che si avvicinano alla Chiesa

«Nel nostro orizzonte, anche ecclesiale, se ci sono motivi di preoccupazione, ci sono anche tanti segni di speranza. Vi sono tante fiammelle vive, come quelle che ci hanno accompagnato stasera lungo il nostro peregrinare, che infondono calore e gioia e, soprattutto, rischiarano la nostra strada per indicarci un futuro migliore. Uno dei motivi per cui ringraziare Dio sono i giovani che si avvicinano alla Chiesa, che vivono quotidianamente l’esperienza delle parrocchie o dei gruppi ecclesiali, impegnati sui fronti della testimonianza evangelica e della carità. Ho negli occhi e nel cuore i visi belli e luminosi di tanti ragazzi e ragazze che affollano la cattedrale per incontrarsi con il loro vescovo. Sono giovani come tutti gli altri, sperimentano la fatica del vivere come tutti i loro coetanei, ma nel loro cuore è accesa quella gioia, che solo la fede in Dio può dare. Questi giovani continueranno a tenere accesa la fiaccola della fede; essi daranno un futuro alle nostre comunità ecclesiali».

La speranza che viene da Dio

«È l’esperienza viva di Chiesa – ha concluso il cardinale – che è giunta a noi fin dal sacrificio del primo vescovo san Costanzo, e che continua nel tempo. Abbiamo perciò fiducia in un tempo migliore, intravisto da san Giovanni Paolo II come una nuova primavera della Chiesa nel segno della speranza. E la primavera, per quanto l’inverno possa essere freddo e duro, arriva sempre, e porta con sé la bellezza del creato in fiore. Allo stesso modo, «la speranza cristiana – ha ricordato Papa Francesco – si basa sulla fede in Dio che sempre crea novità nella vita dell’uomo, crea novità nella storia, crea novità nel cosmo. Il nostro Dio è il Dio che crea novità, perché è il Dio delle sorprese». Radicati e fondati su questa speranza che viene da Dio, guardiamo al futuro con fiducia, certi che il Signore non ci abbandona. Nella viva memoria del vescovo e martire Costanzo, chiediamo al Signore una nuova primavera per la nostra Chiesa e per la società intera, perché possiamo vivere sempre più da veri fratelli».

San Costanzo, il programma del 29 gennaio

La festa di San Costanzo prosegue il 29 gennaio, a partire dalla mattina, con la tradizionale fiera di Borgo XX Giugno, aperta dalle 8 alle 20 (inaugurazione ore 11) e la degustazione del torcolo in corso Vannucci a mezzogiorno. Per l’intera giornata, inoltre, si terranno al centro camerale Alessi (via Mazzini) i laboratori gratuiti per bambini ‘La scienza del Torcolo’ a cura del Post. Le celebrazioni religiose proseguiranno con le messe nella Basilica di San Costanzo (ore 8, 10 e 11,30) e con la messa solenne alle ore 18 nella Cattedrale di San Lorenzo, celebrata dal Cardinale.

Il torcolo

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