dell’associazione ‘Pensare il domani’
La riapertura di Ast, seppure ad un livello parziale di capacità produttiva, di fatto proietta Terni con la sua unità industriale simbolo, le Acciaierie, dentro la cosiddetta fase 2 della terribile partita ingaggiata con il covid-19; la fase della ‘convivenza’, delle attività economiche e sociali, con il contagio e la sua possibile coda velenosa, dopo la conclusione dell’attuale emergenza.
EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON
Per la gestione ordinata e consapevole di questa fase, sarebbe opportuno dar vita, anche a Terni, ad una ‘cabina di regia’, con dentro i soggetti caricati delle maggiori responsabilità, competenze e funzioni di rappresentanza dei tanti interessi coinvolti. Abbiamo bisogno di responsabilizzare le comunità, non di commissariarle. Per quanto riguarda Ast, se questa ripartenza, decisa dal prefetto, quale rappresentante del Governo, in base ai poteri esclusivi ad esso conferiti con l’apposito decreto del presidente del Consiglio, sia pienamente giustificabile in forza alle deroghe, per le filiere ritenute strategiche, è materia su cui si può discutere a lungo. Una motivazione prefettizia più argomentata ed un confronto preventivo con i rappresentanti dei lavoratori e della città sarebbe stata opportuna ed apprezzata.
Ora l’attività è, comunque, ripresa e, giustamente, i rappresentanti dei lavoratori e delle istituzioni chiedono che vengano garantite tutte le misure di sicurezza, per il lavoro in fabbrica e per il ‘contatto’ fabbrica-popolazione. Un tema pienamente appartenente alla fase 2 ed alla ‘convivenza’. Come si affronteranno, in questi giorni, i problemi di sicurezza in Ast, le indicazioni che se ne ricaveranno, potrà tornare di grande utilità, al momento in cui anche altre realtà produttive, gradualmente riapriranno.
Si apre, per Ast, compreso il suo indotto di piccole imprese, e per tutta la realtà produttiva ed economica locale un enorme ed inedito problema di ‘controllo sociale’, nell’attuazione delle misure e regole di convivenza con il virus. Un controllo che richiede la compresenza ed il coordinamento fra diversi soggetti, in forza delle loro responsabilità, delle loro competenze tecnico-scientifiche, della loro capacità di rappresentare gli interessi in campo. Il gioco alla distinzione delle competenze e il conseguente scarico di responsabilità non giova a nessuno. Tutti ne hanno e ne avranno: il problema è trovare un modo efficace perché possano essere esercitate coralmente, quale esito di uno stretto coordinamento.
Nella fase 2, ancor più che in quella del lockdown, l’autodisciplina, il coordinamento sistemico, il controllo sociale e non solo quello istituzionale, la valorizzazione delle competenze saranno fondamentali, sia a livello cittadino che di area vasta intercomunale, tenuto conto della dimensione più corretta per le necessarie iniziative di rafforzamento del sistema sanitario locale. Da tale punto di vista, anche la partita Ast non dovrebbe essere gestita soltanto da un ‘comitato interno’. Le sue ricadute esterne, dirette ed indirette sono troppo importanti per non investire anche gli stakeholder del territorio, per l’acciaieria, per la città ed il territorio che gravita su Terni.