Rockin’Umbria per la sua 23esima edizione travestita da ‘edizione zero’ – interrotto nel 1998 il festival è ripartito nel 2005, per poi sospendersi nuovamente dopo l’edizione del 2012 – ha messo un piede nel futuro con il passo giusto. Lo ha fatto ospitando artisti ai vertici internazionali e realtà nazionali e locali, promuovendo generi diversi, ma sempre sotto la ‘stella polare’ del rock.
Per l’edizione 2015 lo storico festival è tornato a far sentire la sua voce da dove è nato nel 1984, ad Umbertide, ma in prospettiva, il futuro previsto dalla fondazione ‘SergioPerLaMusica’, che ha creduto nel suo rilancio, è quello che prevede il coinvolgimento anche dell’altra storica città, Perugia, che ha ospitato tante edizioni del festival, e di altre realtà umbre compresa Terni.
Il bilancio di quest’anno «fa ben sperare – spiegano gli organizzatori – con 4 giorni intensi che dal 23 al 26 luglio hanno regalato proposte per tutti i gusti: da Sun Kil Moon fino a Robotnik; dall’indierock dei Three In One Gentleman Suit, Chambers, Cosmetic e Valerian Swing, fino agli interpreti della scena musicale umbra di oggi e di ieri, Gattuzan e Mulholland Drive. La risposta del pubblico non si è fatta attendere, con tante persone provenienti anche da fuori regione».
Gli ospiti Durante la prima giornata di festival a riaccendere in Umbria la fiammella del rock ci ha pensato Sun Kil Moon. Oltre 300 le persone arrivate per assistere allo show sul palco di piazza San Francesco. È stato, poi, dato spazio alle nuove tendenze musicali della regione con ‘Umbria Calling’, un progetto che fin dalle prime edizioni di Rockin’Umbria ospita i gruppi e i musicisti umbri più in evidenza nella scena regionale e non solo. ‘Rockin’Umbria: The Legacy 1985-2015’ ha, invece, omaggiato 30 anni di musica con band composte dai ragazzi di allora che si sono cimentate con le cover ad alcuni dei grandi artisti ospitati dal festival.
La musica elettronica La terza giornata del festival è stata, invece, caratterizzata da un evento dedicato alla musica elettronica. Le quasi mille persone arrivate al Parco Ranieri hanno potuto ballare grazie alla musica di ‘Rockin’Umbria – Dance Department’. Protagonisti in consolle sono stati, tra gli altri, dj come Alexander Robotnick, Francesco Zappalà e i padroni di casa Marco Cucchia e Viceversa.
La chiusura del festival è stata, infine, affidata all’Italian party targato ‘To Lose La Track’. Insieme a molti membri della ‘famiglia’, l’etichetta discografica indipendente umbertidese, ideata da Luca Benni, ha festeggiato i 10 anni di attività grazie ad una lunga giornata con il meglio della scena indierock italiana. Sui due palchi a San Francesco si sono alternate oltre dieci band per più di 7 ore ininterrotte di musica. A far da contorno anche stand con dischi, magliette e gadget vari.
Passato e futuro «Quello che negli anni ’80 è stato uno dei primi e più innovativi festival rock italiani – concludono – e che ha cercato da allora di crearsi un’identità nel segno di progetti ispirati alla promozione delle nuove tendenze della cultura musicale contemporanea e giovanile in Italia. Rockin’Umbria non vuole dimenticare il suo importante passato, ma ha iniziato anche a cercare una nuova e forte identità artistica e culturale. Con passione, quindi, il festival cercherà in futuro di continuare a dire la sua nel panorama musicale nazionale e internazionale, affrontando però le sfide del nuovo millennio. Con l’obiettivo di promuovere l’Umbria e le sue principali città attraverso la grande musica e il rock».