Terni, i ‘baschi azzurri’ ospiti dei frati di Amelia per crescere e rigenerarsi insieme

Successo per ‘Guarda il cielo e conta le stelle’, titolo della giornata che si è tenuta sabato al convento dell’Annunziata

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Una giornata di ben-essere dedicata agli operatori penitenziari e intitolata: ‘Guarda il cielo e conta le stelle’. Perché il carcere non è solo tensioni, recriminazioni, criticità, ma anche desiderio di incontrarsi, ascoltarsi e ripartire con un senso di comunità più accentuato per provare a fare al meglio il proprio lavoro. È successo sabato presso il convento francescano dell’Annunziata di Amelia: una rappresentanza di polizia penitenziaria, educatori, volontari è stata accolta e ‘nutrita’ dai frati, «per cambiare aria e spostare la prospettiva». Aprirsi al vissuto dell’altro, integrando i punti di vista, rende la visione più intelligente, meno parziale. Tutto ciò per rientrare meglio in un luogo di lavoro tanto affascinante, quanto duro, vivificando nella propria esperienza l’assunto kantiano ‘il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me’.

Il percorso

L’iniziativa è stata promossa dal cappellano della casa circondariale di Terni, fra Massimo Lelli, e accolta con favore dal comandante Fabio Gallo. Intervento interessante è stato nella mattina quello di padre Massimo Reschiglian che ha stimolato un feedback dei partecipanti sui temi della fatica e della speranza. Dopo un momento conviviale, il percorso si è poi snodato attraverso una riflessione del professor Fausto Dominici sulla crucialità del ‘a riveder le stelle’ nell’universo dantesco, per ritornare anche oggi a guardare il cielo, capendo meglio la terra, nell’opportunità di ricominciare. Fra Andrea Frigo ha infine illustrato agli ospiti la volta celeste, rappresenta nel planetario del convento, mentre padre Stefano Tondelli, nuovo direttore della Caritas diocesana, ha guidato il gruppo nella visita dei locali sotterranei.

Il significato della giornata

Così il comandante della polizia penitenziaria di Terni, Fabio Galli, intervenuto personalmente: «Giornate come questa aiutano il personale del Corpo e tutti gli operatori che lavorano all’interno dell’istituto ad ‘uscire’ dalle problematiche quotidiane e dal gravoso compito svolto nella difficile gestione intramuraria della popolazione detenuta. Questi momenti, oltre che per riflettere sulle attività svolte e acquisire maggiore consapevolezza sul lavoro ‘dell’altro’, fungono da volano motivazionale per affrontare con rinnovato vigore il compito affidato agli operatori penitenziari tutti. Un ringraziamento speciale per la squisita ospitalità dei frati del convento dell’Annunziata. Un’esperienza da ripetere presto».

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