Ast, Federmanager: «Tavolo ministeriale subito per evitare le beffe del passato»

Terni – In vista della decisione dell’Antitrust l’associazione di categoria critica la linea della viceministra Todde e dà ragione ai sindacati

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di Federmanager Terni

Anche nella vicenda dell’acquisto di Acciai Speciali Terni dalla Finarvedi non si può non fare tesoro delle esperienze passate. È per questa ragione che troviamo difficile essere d’accordo con la viceministra Todde la quale, subito dopo la notizia del nome dell’acquirente, ha proposto un tavolo ministeriale per seguire i vari step solo dopo la pronuncia dell’Antitrust italiano ed europeo.

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Alla onorevole deve essere sfuggito che Terni ha subìto sulla sua pelle brutte esperienze seguendo queste linee comportamentali. Nel 2013 c’era un acquirente, un piano industriale ed un progetto articolato in cui Terni, nell’ambito delle politiche strategiche e commerciali di Outokumpu aveva un ruolo primario. Ci siamo seduti, abbiamo aspettato la decisione dell’Antitrust europeo talmente sicuri che non si prospettavano problemi (tanto che il nostro Antitrust nazionale non ha neanche partecipato all’incontro conclusivo di tutte le agenzie dei paesi interessati) con la conseguenza di costringere la ThyssenKrupp al riacquisto. E naturalmente a farne le spese fu ancora una volta Terni.

Non commettiamo lo stesso errore oggi. Il tavolo e le procedure di monitoraggio del periodo di passaggio vanno attivate subito e ben prima delle decisioni dell’Autorità per la concorrenza. È nostra convinzione che il Governo, con il confronto delle parti interessate, vigili e sia protagonista di indicazioni nelle seguenti fasi:

  • l’analisi delle Autorità per la concorrenza sia italiana che comunitaria al fine di verificare che i perimetri degli asset interessati e le prescrizioni formalizzate nel 2014, con le quali veniva creato il quarto player europeo, vengano rispettati sia dal venditore che dall’acquirente;
  • la fase di passaggio fino alla conclusione della procedura di vendita venga resa trasparente attraverso adeguate informazioni o l’istituzione di un soggetto supervisore (monitoring Trustee) sia in relazione agli investimenti industriali e ambientali che alle politiche commerciali;
  • l’indicazione di almeno una sintesi del progetto di massima presentato dall’acquirente che ne ha determinato la scelta.

Chiedere di conoscere e di confrontarsi su un piano industriale dell’acquirente è sicuramente necessario con i tempi e nelle modalità che un accordo tra soggetti privati consentirà. Ma farlo quando i giochi sono conclusi può essere altamente pericoloso come i precedenti ci insegnano. Per questo concordiamo pienamente con le organizzazioni sindacali che hanno chiesto una urgente e tempestiva apertura della fase di confronto e sarebbe auspicabile che a questa partecipasse anche il ministro competente anche per meglio inquadrare l’acquisto della realtà produttiva dell’inossidabile all’interno del tanto richiamato piano per la siderurgia nazionale di cui, fino ad ora, non si è visto traccia.

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