di Federica Liberotti
«Viviamo in casa con i cappotti, tre paia di calzini, le scarpe ed i guanti. Per riscaldarci andiamo avanti con stufette a gas e kerosene, se provi ad attaccare quelle elettriche salta subito la corrente. E intanto le spese corrono, e non solo quelle, anche i raffreddori. La situazione, insomma, è insostenibile». C’è rabbia tra i residenti del palazzo Ater di via Liutprando 26/e, nel quartiere di San Giovanni, a Terni, da aprile scorso ormai senza riscaldamento. La caldaia centralizzata si è rotta, ma in questi otto mesi non è stata ancora sostituita, costringendo 21 famiglie, con l’arrivo dell’inverno, a vivere letteralmente al gelo.
La problematica
Tra i residenti che vivono negli appartamenti di proprietà dell’Ater, tante persone invalide e anziane. Come la signora Pasqualina, 89 anni, o Giuseppa di 86. Il figlio della prima, Bruno, e la nuora della seconda, Sonia, spiegano la questione: il palazzo ha avuto accesso al superbonus del 110% per l’efficientamento energetico. La spesa per la nuova caldaia – circa 35 mila euro – rientra dunque in questo intervento, i cui tempi, tra burocrazia e procedure varie, non sono al momento ancora certi. «Visto che la situazione era nota da mesi, perché si è aspettato tutto questo tempo e ci si è ridotti all’inverno?» si chiedono Bruno e Sonia, e con loro gli altri condomini in affitto. Con il superbonus l’intervento è ovviamente a costo zero per l’Ater e per i proprietari degli appartamenti che, nello stesso edificio, negli anni sono stati venduti ai privati. Se si fosse proceduto alla sostituzione ‘ordinaria’ della caldaia, l’azienda di edilizia residenziale pubblica avrebbe invece dovuto pagare di tasca propria il costo della caldaia.
Le spese e i rischi per la salute
In attesa di un intervento, si va avanti come si può. «In un mese ho speso 350 euro di kerosene – spiega Sonia -, altri 50 di medicine e sciroppi per i malanni causati dal freddo in casa. Per poi non parlare della pericolosità delle stufe. Spendiamo anche più di 150 euro di condominio al mese, siamo riusciti solo ad avere uno sconto di 40 euro per tre mesi. Se chiediamo spiegazioni ci dicono che noi, come inquilini, non abbiamo voce in capitolo». E poi ci sono le preoccupazioni per la salute degli anziani. «Speriamo solo che le nostre madri riescano a passare indenni l’inverno – aggiunge Bruno -, alla loro età non possono rischiare di ammalarsi. C’è chi è già finito in ospedale. Siamo preoccupati».

L’Ater: «Amministratore sollecitato a risolvere il problema»
Così il presidente di Ater, Emiliano Napoletti, sul tema: «Ater, innanzitutto, si rammarica per il disagio subito da propri assegnatari. La vicenda è relativa a fabbricati dove esiste un condominio pubblico/privato regolarmente costituito e, naturalmente, tutte le decisioni sono gestite nella dovuta sede assembleare. Qui l’ente – spiega Napoletti – ha più volte sostenuto la necessità di procedere agli interventi per garantire benessere e sicurezza dei residenti. In particolare è stata ribadita l’urgenza della sostituzione della caldaia centralizzata. Ater sta intanto ultimando la sostituzione degli infissi e dei portoncini degli alloggi in proprietà . Per l’aspetto riscaldamenti – conclude il presidente – l’amministratore del condominio è stato sollecitato a indirizzare una pronta soluzione di ripristino temporaneo e a definire tutto quanto necessario per la sostituzione dell’impianto con uno più efficiente. L’ente vigilerà su quanto sarà fatto».
La replica dell’amministratore del condominio
«Proprio in questi giorni sono in attesa di risposte dalla ditta sui tempi di sostituzione della caldaia, che avverrà sicuramente ormai ad anno nuovo, speriamo già a gennaio» spiega, interpellato sulla questione, Simone Torricelli, l’amministratore di condominio del palazzo. Il quale precisa che, quando a primavera la caldaia si è danneggiata, «il manutentore ha fatto varie ricerche senza riuscire a trovare i pezzi di ricambio in quanto l’impianto è molto vecchio». «Già lo scorso mese di maggio – continua – conoscendo il problema, ho affidato l’incarico al General Contractor Enel X per uno studio di fattibilità gratuito riferimento Super Bonus 110%. Tale studio è stato affidato su mia iniziativa senza quindi attendere le lungaggini burocratiche di una assemblea. Nel momento in cui ho ricevuto lo studio di fattibilità ho indetto l’assemblea (alla presenza dei tecnici Enel X) per far deliberare ai condomini proprietari se sostituire la centrale termica utilizzando il Super Bonus 110% oppure se ripartire tra i 21 appartamenti un costo pari a circa 35 mila euro. Ovviamente in sede assembleare i tecnici Enel X che erano presenti hanno ben chiarito i tempi che si sarebbero dovuti attendere in caso di adesione al Super Bonus 110%. Come noto ai più, tenendo presente che di burocrazia connessa al Super Bonus 110% si parla in ogni tg, purtroppo in questo particolare periodo, tra nuovo decreto antifrode, proroga e modifiche previste nel prossima legge di bilancio, materie prime introvabili, sto lavorando per cercare di risolvere il problema nel più breve tempo possibile. Inoltre è necessario ricordare che Ater è proprietario di otto appartamenti sul totale di 21, alcuni degli inquilini di questi appartamenti non risultano in regola con le quote ordinarie, così come non sono in regola neanche alcuni condomini proprietari. Nel caso in cui il condominio avesse deliberato di procedere con la sostituzione della centrale termica senza sfruttare l’agevolazione del Super Bonus 110%, ovviamente, prima di affidare l’incarico all’impresa, avrei dovuto avere in cassa l’importo necessario. Tenendo presenti le morosità pregresse, sicuramente non tutti i condomini avrebbero versato la propria quota (straordinaria e ordinaria) nei tempi necessari per sostituire la caldaia prima dell’inizio della stagione invernale. Sappiamo benissimo che una pratica legale impiega diversi mesi per concludersi. In conclusione ribadisco che la scelta di sostituire la centrale termica usufruendo dell’agevolazione Super Bonus 110% è stata deliberata in assemblea dai condomini proprietari. Come amministratore – continua Torricelli – ho ritenuto necessario abbassare le quote ordinarie (finché non sarà ripristinato l’impianto) della quota relativa al consumo di Gas metano che era compresa nella rata mensile approvata. Stiamo parlando di un importo che varia dai 20 agli 80 euro mensili ad inquilino in base al consumo individuale della stagione invernale precedente. Tengo a precisare che la pratica inerente il Super Bonus 110% non ha nulla a che vedere con la sostituzione degli infissi fatta direttamente su iniziativa del condomino Ater all’interno degli appartamenti di sua proprietà ».