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Home » Covid, ospedale Terni: stop a nuova area 270 mq per TI, cambio in corsa per criticità

Covid, ospedale Terni: stop a nuova area 270 mq per TI, cambio in corsa per criticità

di Simone Francioli
27 Dicembre 2021
in Altre notizie, Ambiente e salute, Coronavirus, In evidenza
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Il Santa Maria di Terni

Il Santa Maria di Terni

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di S.F.

La realizzazione di una struttura di oltre 200 metri quadrati dedicata alla gestione in pronto soccorso dei casi Covid e una nuova area da 270 mq per la terapia intensiva. Questo era previsto in origine nell’ambito del potenziamento dell’ospedale di Terni per la riorganizzazione legata all’emergenza Covid-19: c’è lo stop a distanza di oltre un anno dall’adesione – 20 novembre 2020 – agli accordi quadro per il lotto umbro dopo la procedura aperta dalla presidenza del consiglio dei ministri. O quantomeno si cambia modalità per raggiungere l’obiettivo. Motivo? Criticità strutturali e non solo.

La pec del 14 dicembre inviata al Santa Maria: si deve cambiare

Non si può fare

Passo indietro. A fine 2020 – l’iter prende piede, su scala locale, dalla delibera della Regione del 19 giugno 2020 per il piano di riorganizzazione per l’emergenza coronavirus – era stato dato il via libera al raggruppamento temporaneo di imprese composto dallo Studio Altieri S.p.A. di Thiene e dalla Cooprogetti di Gubbio per l’affidamento dei servizi di progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza, con stipula del contratto d’appalto da poco meno di 300 mila euro datata 26 gennaio 2021. Passano undici mesi e arriva l’alt dell’Rti, certificato con una pec dello scorso 14 dicembre: «A seguito di sopralluoghi tecnici di approfondimento e di confronto con la direzione ospedaliera, la porzione di ampliamento di 270 metri quadrati della terapia intensiva, posta a base di gara, non è realizzabile per criticità di carattere strutturale e costruttivo e l’impossibilità di attivazione di tale area prevede una integrale rivisitazione della piastra dedicata alla TI». Giocoforza si deve cambiare. Sì, perché nel contesto generale di restyling era appunto compresa anche la zona di 270 mq per posizionarci dieci posti letto di TI con tanto di collegamenti diretti al reparto di anestesia e rianimazione. Saltato questo aspetto, si modifica tutto il resto.

Il pronto soccorso del Santa Maria

La soluzione per il pronto soccorso

Nella stessa comunicazione è la stessa Rti ad indicare la via d’uscita: «In questa ottica alcune funzioni proprie del pronto soccorso (osservazione breve intensiva, locali di supporto, spogliatoi, ecc.) dovranno essere ricollocate all’interno del pronto soccorso attuale». Recesso dal contratto d’appalto originario e nuovo progetto preliminare per le nuove esigenze del blocco di terapia intensiva-PS: ora si parla di «lavori di ristrutturazione di un’area dell’attuale pronto soccorso finalizzata alla realizzazione di tre locali Obi, una sala gessi e tutti gli spazi di supporto necessari, ampliamento antistante la camera calda finalizzato alla realizzazione del locale bonifica e polizia e ristrutturazione di un’area del piano seminterrato finalizzata alla realizzazione degli spogliatoi». Addio al progetto originario che prevedeva la struttura di circa 220 metri quadrati per la gestione in PS dei casi Covid, l’ampliamento dell’attuale PS comprensiva di aree di pre-triage distinte, area di attesa dedicata Covid, ambulatorio, area per soggetti in attesa di esito del tampone nonché un percorso specifico per pazienti affetti da coronavirus: «La nuova soluzione progettuale non altera la natura originaria del progetto che prevedeva una riorganizzazione funzionale del PS», viene puntualizzato. 

Il Santa Maria

La scarpata inaccessibile

Come mai non si può fare l’incremento da 270 metri quadrati per i posti aggiuntivi di terapia intensiva? «L’area in ampliamento – spiega nella pec del 14 dicembre la Cooprogetti, la firma è dell’ingegnere Edoardo Filippetti – ricade su una scarpata artificiale che risulta in larga misura inaccessibile)». In più «criticità di carattere funzionale distributivo e interferenze con i sistemi di sicurezza di evacuazione elio delle attuali risonanze magnetiche». Il Rup per il ‘Santa Maria’ è l’ingegnere Gianluca Bandini, dirigente della struttura tecnico-patrimoniale.

Il modulo per le terapie intensive a Terni (foto Operamed)

La terapia intensiva: cosa è stato programmato

Al posto della nuova area da 270 mq è stato dato il semaforo verde ad un nuovo ordine d’acquisto – si legge nella documentazione – per «lavori di ampliamento della disponibilità di 10+1 posti letto all’interno dell’area di terapia intensiva e di 1 posto letto in Utic». A ciò si aggiungono locali a servizio del reparto e l’acquisizione di «dotazioni strumentali a completamento della dotazione esistente». Con una specifica: «La nuova soluzione progettuale non altera la natura originaria del progetto che prevedeva parimenti la realizzazione di nuovi 12 posti letto di terapia intensiva». A firmare gli accordi sono il direttore generale Pasquale Chiarelli e l’appaltatore, vale a dire l’ingegnere Aldo Mancurti.

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