Fondazione Carit Terni Un milione di euro per il restauro delle mura dell’Anfiteatro romano

«Un ulteriore impegno verso il Comune nella direzione della cura delle bellezze storiche del territorio»

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Un milione di euro a disposizione del Comune di Terni per finanziare l’intervento di manutenzione straordinaria di pulizia e restauro conservativo delle superfici di paramenti murari dell’Anfiteatro romano. È quanto deliberato dalla fondazione Carit che potrà beneficiare dei crediti d’imposta previsti dalla Legge ‘Art-Bonus’.

L’intervento

«Si tratta di un ulteriore impegno da parte del nostro consiglio di amministrazione – spiega il presidente Luigi Carlini – nella direzione della cura delle bellezze storiche del territorio. L’intervento ai paramenti murari dell’Anfiteatro puntano a dare nuova luce a uno dei luoghi più significativi della città, simbolo storico ma anche punto di ritrovo per le diverse attività culturali e di intrattenimento organizzate proprio nel sito di epoca romana. Un impegno che dunque rilancia le attività della fondazione Carit a supporto della collettività sia per lo sviluppo della cultura che delle attività sociali, fondamentali per una piena ripresa dopo la pandemia».

La soddisfazione di Rossi

«Accolgo felicemente – il commento del consigliere di Terni Civica Michele Rossi – la notizia che la fondazione Carit finanzierà il progetto comunale di consolidamento e restauro delle mura dell’anfiteatro romano. Ancora una volta gratitudine per la sensibilità che la Fondazione dimostra per gli interessi della comunità. Questo nuovo importante intervento giunge dopo il mio impegno che ha portato a rendere maggiormente visibili gli antichi reperti dell’antico monumento, impedendo che si potesse parcheggiare a ridosso degli stessi lungo una parte di via del Vescovado. Riguardo alla valorizzazione ritengo importante sottolineare che, se da una parte è significativo che l’anfiteatro sia negli anni tornato alla sua funzione primigenia di luogo di spettacolo, andrebbe però parallelamente valorizzato maggiormente come bene archeologico e culturale. Bisognerebbe prevedere allora anche un progetto per un percorso di visita con spazi espositivi.  Mi auguro quindi che questi interventi siano da stimolo ad una piena valorizzazione del bene come attrattore turistico».

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