di S.F.
Può un’approvazione del 2011 avere conseguenze fino al 2024? Certo che sì, specie se si parla del teatro Verdi di Terni. L’esecutivo Tesei ha rideterminato i termini di accesso al finanziamento per il I stralcio funzionale della ristrutturazione: una lunga storia che parte oltre un decennio fa.
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Perché la giunta regionale rimette mano all’argomento quando – come noto – è già in corso da un anno la riqualificazione? Sostanzialmente perché la partita si sviluppa dal 6 dicembre 2011, quando l’allora esecutivo Di Girolamo approvò il progetto preliminare di restauro e adeguamento funzionale del teatro per 8 milioni di euro. Dei quali 2,9 milioni per il I stralcio. Con supporto economico da parte della Regione di 1,5 milioni di euro ed eventuale revoca del contributo in caso di mancato rispetto dei tempi. L’esito è ben conosciuto da tutti.
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Nel dicembre 2012 il Comune ha chiesto l’anticipazione della liquidazione del 30% del contributo (450 mila euro), concessa poi a stretto giro dalla Regione. Si arriva all’11 luglio del 2016, quando palazzo Donini ha chiesto «di conoscere dati certi circa l’aggiudicazione, la consegna e l’esecuzione dei lavori in quanto il termine ultimo per la rendicontazione dell’intervento era il 30 novembre 2017». Risultato? «L’ultima proroga concessa prevedeva come termini ultimi per la fine lavori il 30 marzo 2023 e la rendicontazione entro il 31 dicembre 2023. Che non è pervenuta». Per ragioni ben note. Già nel settembre 2022 palazzo Spada aveva specificato di aver ridefinito la progettazione del I stralcio, chiedendo al contempo il mantenimento del finanziamento regionale.

Nel documento istruttorio della Regione viene inoltre specificato che a tutt’oggi «non è pervenuta alcuna nota da parte del Comune di Terni circa l’affidamento dei lavori e non sono stati immessi dati sul sistema di monitoraggio e gestione del finanziamento Tra.Ma». Non solo: «Non sono stati inviati né il certificato di inizio lavori né conseguentemente quello di fine lavori». Anche perché siamo ancora alle prime fasi e con demolizione – presumibilmente da lunedì prossimo – da avviare. Per fortuna che c’è il sistema informativo Sinpol: «L’intervento di ristrutturazione è iniziato in data 12 luglio 2023 e la fine lavori è prevista per la fine del 2024». Non sarà così. In ogni caso la Regione ha dato il via libera alla ridefinizione delle modalità di erogazione del finanziamento assegnato nel 2011 e modificato nel 2018.
C’è dunque la conferma del finanziamento originario del 2011: «Il competente servizio regionale procederà all’erogazione del saldo del contributo concesso, ovvero rideterminato sulla base della verifica della ammissibilità delle singole voci di spesa sostenute, a lavori conclusi e ad avvenuta rendicontazione». Che dovrà essere trasmessa entro il 30 settembre del 2026 e non oltre i 180 giorni dal fine lavori. Viene tuttavia stabilito che in caso di eventi imprevedibili, indipendenti dalla volontà dell’Ente, «il Comune di Terni può far pervenire un’istanza di proroga dei termini». Firmano il dirigente Paolo Gattini, il direttore regionale al governo del territorio Stefano Nodessi Proietti e l’assessore regionale Enrico Melasecche.