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Home » L’abbazia di San Pietro in Valle contiene un ‘tesoro’ di affreschi

L’abbazia di San Pietro in Valle contiene un ‘tesoro’ di affreschi

Meta di turisti da tutto il mondo, contiene nell'aula abbaziale alcune opere d'arte risalenti alla metà del XII secolo

di Fabio Toni
4 Febbraio 2025
in Cultura
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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Parliamo di Arte, quella con la A maiuscola, e senza andare tanto lontano, lo spettacolo – a pochi passi da Terni – ce lo offre la chiesa abbaziale di San Pietro in Valle a Macenano di Ferentillo (Terni), meta di tanti turisti e appassionati.

L’abbazia contiene il ciclo degli affreschi pre-giotteschi che adornano le pareti dell’aula abbaziale, con le scene del Nuovo e Vecchio Testamento risalenti alla seconda metà del XII secolo, antecedenti la pittura del Cavallini. Dipinti che per la loro peculiarità sono presenti in tutti i cataloghi di storia dell’arte e portano il nome di Ferentillo in tutto il mondo.

Ci accingiamo a descrivere i dipinti e tracciare un excursus fin dalle origini. Lo storico ferentillese Carlo Favetti, autore del libro ‘Ferentillo segreta. I luoghi dell’arte e dello spirito’, ripercorre la genesi dell’abbazia di San Pietro in Valle con notizie e approfondimenti storico-artistici soprattutto sugli affreschi.

I dipinti sembrerebbero essere stati realizzati da un gruppo di artisti, considerando anche la vastità del lavoro. Ma le scene dell’Antico Testamento riprodotte nella parete di sinistra, e in parte del Nuovo su quella destra, sono state eseguite da un’unica mano ricondotta (dalla critica) al cosiddetto ‘Maestro della Creazione’.

L’autore si distingue per l’uso di fondi azzurri (lapislazzulo) e l’inserimento di singole figure al centro delle scene, in modo simmetrico. Le caratteristiche dell’artista si notano anche nella monumentalità e colori. ‘L’ammonimento’ e ‘La cacciata dal paradiso terrestre’, ultime due scene del primo registro, sono opera di un pittore diverso, caratteristica evidenziata dagli intenti realistici, i lineamenti dei visi che si presentano ben marcati.

L’abbazia di San Pietro in Valle

Un altro pittore potrebbe aver realizzato ‘Il ringraziamento di Noè’, probabilmente esecutore anche della ‘Entrata in Gerusalemme’, ‘L’ ultima cena’, ‘La lavanda dei piedi’, mentre ‘Le nozze di cana’ mostrano caratteri di stili comuni agli autori dei dipinti citati. Del dipinto ‘La visione di Isaia’, situato nel primo registro della parete di destra, rimangono poche tracce, mentre si possono distinguere i due profeti tramite la scritta nel titulus posto sotto (Daniele e Samuele) e quattro angeli. Nell’esecuzione di questi dipinti si può fare riferimento al genere di miniatura del secoli XI-XII.

Gli affreschi fino al 1870 erano rimasti coperti da un precedente strato di calce. Il Guardabassi nel 1872 citò i dipinti subito dopo la loro scoperta. Vennero fatti restaurare dalla famiglia Ancaiani, dal pittore spoletino Giovanni Catena, ma alcuni di essi, purtroppo, sono andati per sempre perduti. Riassumendo, il ciclo pittorico si svolge sui tre registri delle due pareti mentre la possibilità di un quarto registro avrebbe presentato motivi geometrici come si evidenzia da sporadici frammenti. Tutte le scene sono inquadrate dentro a cornici formate da colonnine tortili e da una decorazione a fregio a conclusione, in alto, che segue per tutto il perimetro della navata. Questa è una breve descrizione degli affreschi di scuola romana della chiesa abbaziale di San Pietro in Valle a Macenano di Ferentillo (Terni). Un unicum che vale la pena ammirare, contemplare almeno una volta nella vita.

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