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Home » A Nera Montoro il nuovo impianto Purify

A Nera Montoro il nuovo impianto Purify

di Francesca Torricelli
19 Giugno 2020
in Dal territorio, Economia, Imprese, Lavoro
Tempo di lettura: 4 minuti di lettura
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Un taglio del nastro ‘virtuale’, venerdì mattina, per la piattaforma impiantistica Purify per la bonifica acque di falda e il trattamento rifiuti liquidi industriali. algoWatt e Atp Project&Constructions, che in JV hanno sviluppato, costruito e gestiscono il nuovo impianto di Nera Montoro hanno celebrato l’inaugurazione con una web conference nazionale su ‘Economia circolare e bonifiche: un’opportunità di crescita nel contesto del Green new deal’, che ha visto la partecipazione tra gli altri del subcommissario straordinario per la depurazione delle acque, Stefano Vaccari.

Ripartenza dell’economia post Covid

L’implementazione di soluzioni industriali sostenibili, come il nuovo impianto realizzato in Umbria da Purify, rappresenta un importante tassello nel mosaico strategico del Green new deal nazionale. Un’opportunità anche per il territorio umbro e ternano in particolare, che potrà accedere a un nuovo quadro di opportunità e finanziamenti per la trasformazione delle problematiche climatiche e delle sfide ambientali in opportunità per la ripresa del sistema economico, rendendo la transizione equa e inclusiva per tutti. «Il Green new deal – commenta il sottosegretario all’ambiente Roberto Morassut – sarà il pilastro della ripartenza dell’economia post Covid: tutelare il nostro territorio vuol dire valorizzare le nostre ricchezze. Il Governo sta stanziando importanti risorse e sta lavorando a una sburocratizzazione delle procedure. In particolare, in tema di bonifiche e risanamento ambientale, abbiamo uno scopo comune: restituire il territorio alle comunità e farlo in tempi rapidi. Dal punto di vista della normativa stiamo lavorando per intervenire sulle debolezze del sistema vigente, con l’obiettivo di superare la lentezza burocratica e velocizzare le procedure di bonifica».

La depurazione delle acque 

Nel corso della videoconferenza il subcommissario straordinario alla depurazione delle acque Stefano Vaccari ha detto che «in tema di depurazione delle acque bisogna fare presto e bene: la struttura commissariale sta procedendo per accelerare gli interventi necessari per superare le infrazioni a carico dell’Italia sulla base delle decisioni assunte dalla Commissione europea. Paghiamo ogni anno circa 60 milioni di euro in sanzioni comunitarie, oggi per completare il lavoro sugli agglomerati in infrazione nelle due procedure arrivate a sentenza definitiva la struttura commissariale ha a disposizione circa 2 miliardi e 176 milioni di euro. In corso d’opera vi sono altre 2 procedure di infrazione, riguardanti oltre 700 agglomerati e dunque abbiamo necessità della migliore collaborazione fra enti, istituzioni e imprese, perché solo operando in sinergia potremo superare il gap accumulato dal nostro Paese su un tema di importanza fondamentale».

La fusione delle società

Anche le bonifiche si inseriscono dunque in un processo virtuoso di sostenibilità e decarbonizzazione, per contribuire alla transizione dal modello di sviluppo lineare e basato sul consumo di energia e risorse naturali, a una economia incentrata sull’innovazione della trasformazione, sul recupero, la rigenerazione e il riutilizzo delle risorse naturali e dei beni prodotti. Gli input dei relatori istituzionali sono stati ripresi dal presidente e amministratore delegato di algoWatt Stefano Neri, che ha illustrato la nuova identità della società nata dalla fusione di TerniEnergia e Softeco Sismat, con l’obiettivo di affermarsi come punto di riferimento per l’emergente settore delle greentech solutions. «Digitalizzazione ed elettrificazione sono abilitatori tecnologici della gestione sostenibile delle risorse», ha spiegato Neri. «Si tratta di una visione ormai trasversalmente accettata da istituzioni, mondo industriale e finanziario e che include un gruppo vasto ed eterogeneo di strumenti investimenti e settori. algoWatt ha fatto una scelta chiara di posizionamento: progettare, sviluppare e fornire sistemi di gestione e controllo che integrano dispositivi, reti, software e servizi per digital energy e utilities, smart cities e industrie e, infine, green mobility. Mercati diversi, ma con un focus convergente: la sostenibilità. Mercati legati dall’affermazione del concetto di efficienza e incremento della redditività grazie alle nuove tecnologie: dagli impianti di rinnovabili alla conversione dell’edilizia, dal risparmio di risorse alla protezione della biodiversità, dalla mobilità elettrica alle reti e alle città intelligenti fino alla gestione dei rifiuti. Non si tratta, dunque, di operare solo per ridurre i cambiamenti climatici, ma di creare valore per gli investitori, per i partner industriali, per i territori in un’ottica socialmente responsabile».

L’economia circolare

I programmi del Green new deal, legati al raggiungimento degli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e di incentivo agli investimenti, porteranno – sul versante finanziario – a una crescita consistente degli impegni economici italiani per colmare il gap infrastrutturale necessario a raggiungere i target progressivi posti dalla Commissione UE. «Assisteremo a una crescita molto intensa degli investimenti», ha chiarito Guido Cuzzolin, Of Counsel dell’advisor Molino, Facchinelli Zerbini & Partners. «Nonostante l’Italia sia già oggi la nazione leader in Europa per l’applicazione dei principi dell’economia circolare al settore dei rifiuti (con un tasso di circolarità pari a circa il 50%), i nuovi target definiti al 2035 determinano comunque la necessità di nuove infrastrutture e del revamping di parte di quelle esistenti al fine di non perdere l’attuale capacità. Ne deriva l’obiettivo di realizzare un sistema adeguato, pianificando una serie di realizzazioni infrastrutturali nei prossimi 15 anni per complessivi 10 miliardi di euro in tutto il ciclo dei rifiuti e del recupero di materia ed energia da risorse marginali».

Le caratteristiche

Alla web conference sono intervenuti anche Pierluigi Ruopoli, amministratore di Atp e di Purify, che ha illustrato le caratteristiche del nuovo impianto, il professor Gian Mario Baruchello, docente del dipartimento di Ingegneria dell’Università di Roma Tre, che ha affrontato la tematica della rigenerazione eco-sostenibile delle aree industriali dismesse e l’ingegner Francesco Misuraca, direttore Environmental Technical&Site activities di Eni Rewind, autore di una importante testimonianza sull’attività di bonifica industriale condotta dalla società ambientale del Gruppo Eni, che opera secondo i principi dell’economia circolare per valorizzare i terreni industriali e i rifiuti attraverso progetti di bonifica e di recupero efficiente e sostenibile.

L’impianto Purify

La nuova piattaforma impiantistica, autorizzata dalla Regione Umbria, integra due diverse linee di trattamento: bonifica acque di falda (Taf) del sito di Nera Montoro, attraverso impianti chimico-fisico e biologico, una barriera formata da 48 pozzi per l’emungimento dell’acqua sottoposta a trattamento e un sistema di monitoraggio composto da 95 piezometri per una capacità complessiva di 438.000 mc/anno, trattamento rifiuti liquidi industriali, trattamento biologico a fanghi attivi per la rimozione di nitriti, nitrati e azoto ammoniacale, trattamento chimico fisico per flottazione e o evaporazioneper la depurazione delle acque a più alta concentrazione di inquinanti. L’impianto sorge all’interno dell’ex Polo chimico industriale di Narni, passato per un’esperienza secolare di produzione chimica di base, dove sono ora già in funzione un impianto di trattamento Forsu con biodigestione, recupero energetico e compostaggio con una capacità totale di 36.000 tonn/anno e 4,8 GWh di produzione energetica; ed un impianto per il recupero di Pfu (pneumatici fuori uso) della capacità massima di 18.000 ton/anno. L’investimento, pari a circa 9 milioni di euro, rappresenta un esempio di gestione razionale delle risorse e di perfetta funzionalità dell’economia circolare, trasformando un rifiuto, attualmente trattato in altre zone del paese con un dispendio di risorse e un bilancio ambientale negativo, in un’opportunità industriale per il territorio con importanti ricadute anche sul versante occupazionale.

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