Acquasparta, la ‘mano’ di Michelangelo dietro il busto del cardinale?

La scultura, che per tre secoli ha trovato posto a palazzo Cesi, è stata individuata presso una collezione tedesca. Acquasparta spera

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di S.P.

Sorpresa e orgoglio per la presidente dell’Ente del Rinascimento Acquasparta, la professoressa Raffaela Raggi, per il busto del cardinale Cesi attribuito a Michelangelo: «Sono felice di essere stata la promotrice di questo evento così importante per la storia dell’arte rinascimentale». La valenza culturale della Festa del Rinascimento ad Acquasparta è riconosciuta a livello nazionale, grazie a convegni accademici che ogni anno trattano i vari aspetti del Rinascimento, dalla cucina alle opere d’arte. Per questa XXII edizione della Festa, la professoressa Raggi ha invitato una storica impegnata da anni a studiare l’archivio della famiglia Cesi, la dottoressa Nadia Bagnarini che il 27 agosto a palazzo Cesi (Acquasparta) ha tenuto un incontro dal titolo ‘La stanza delle fatiche di Ercole: una committenza cesiana tra arte, musica e genealogia’.

Il busto del Cardinale Cesi

La conferenza è stata un’occasione per presentare il busto del cardinale Federico Cesi (zio del fondatore dell’Accademia dei Lincei) che per circa tre secoli ha trovato posto a palazzo Cesi, collocato in una nicchia della sala del Trono. Del busto si erano perse le tracce già dalla fine del secolo scorso; dopo due anni di ricerche la scultura è stata rinvenuto dalla dottoressa Bagnarini in una collezione tedesca. Il cardinale Cesi è conosciuto per essere stato un ricco mecenate e collezionista. «Talmente potente – sottolinea la dottoressa Bagnarini – da stringere rapporti con il grande Michelangelo Buonarroti al quale aveva già commissionato un disegno con l’Annunciazione per il sacello di famiglia nella chiesa romana di Santa Maria della Pace. Ed è proprio al Buonarroti che con molta cautela potrebbe essere ricondotto non solo in virtù di una ricca documentazione ottocentesca, che lo cita come opera di Michelangelo, ma anche grazie alla lettura stilistica di un volto dallo sguardo profondo e penetrante». Se questa scoperta fosse confermata da fonti archivistiche, quello del cardinale sarebbe l’unico ritratto realizzato dal Buonarroti, gettando nuova luce sulla sua produzione.

 

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