C’è «grande soddisfazione» da parte del gruppo dirigenziale della Fismic, in particolare del coordinatore delle Rsu Marco Bruni, dopo la richiesta presentata dalla Regione al ministero dello Sviluppo economico di riapertura dei benefici previdenziali legate all’amianto per i lavoratori dell’Ast, un percorso rispetto al quale, secondo lo stesso sindacalista, sembra essere «giunti al rush finale». «Notizie degli ultimi minuti mi fanno ben sperare – spiega Bruni -, serve davvero poco per portare a termine una vicenda nella quale solo noi e i lavoratori (i quali ci hanno sempre appoggiato) abbiamo veramente creduto fino in fondo».
Le tappe
A detta di Bruni «si è cercato di sminuire e ridicolizzare un’iniziativa nella quale credevamo ciecamente». «Un’ingiustizia sociale – continua in una nota – quella di non riconoscere al sito di Terni l’amianto al 2003, a differenza di Torino, (stesso stabilimento) e che dopo aver incontrato molte porte chiuse ci ha visto finalmente riconosciuto a livello ministeriale quanto chiedevamo come Fismic. E’ importante chiarire ai lavoratori, visto le false notizie che girano, messe probabilmente ad arte da chi oggi capisce in grave ritardo, dell’importanza dell’iniziativa della Fismic, che soltanto Terni è rimasta fuori dal riconoscimento del 2003 mentre tutti gli altri stabilimenti d’Italia è stato riconosciuto». Nella lista degli impianti produttivi a cui sono state riconosciute le agevolazioni, oltre all’Ast di Torino, figurano 15 stabilimenti tra cui anche la Lucchini di Piombino, l’Enichem di Marghera, Ravenna e Brindisi, l’Ilva di Taranto, la Michelin sempre di Torino.
L’appello
«Quindi il ministero – aggiunge Bruni a nome della Fismic – non può non riconoscerlo, sarebbe una grande ingiustizia ai danni dei lavoratori e della città stessa. In conclusione, riconoscere e sbloccare il riconoscimento ambientale dell’amianto del sito ternano, a mio avviso, potrebbe permettere (viste le bonifiche che continuano a farsi ad oggi nello stabilimento), la possibilità di allungare il riconoscimento di legge dell’amianto come accaduto all’Ilva di Taranto con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 29 settembre 2017». Nel novembre scorso la Fismic, rappresentata dal segretario provinciale Gioacchino Olimpieri, aveva presentato un esposto al ministero del Lavoro con allegate circa 2.000 firme raccolte tra i lavoratori per chiedere la riapertura dei termini per il riconoscimento dei benefici.