di Alessandro De Maria
James Cameron ce l’ha fatta di nuovo con Avatar 2. Ci sono voluti quindici anni per portare il primo sul grande schermo (dal 1994 al 2009), un lavoro titanico con un budget stellare da centinaia di milioni di dollari e altri 13 anni per il seguito ‘Avatar la via dell’acqua’.
Aspè, ho detto ce l’ha fatta di nuovo? Sarebbe meglio dire che ‘lo ha fatto di nuovo’.
Attenzione: spoiler
Gli doveva piacere davvero tanto Avatar a James Cameron per farlo non una ma ben due volte questo film, perché ‘Avatar la via dell’acqua’ è in sostanza Avatar con… l’acqua appunto. Una versione umida del suo predecessore. Così sono stati spesi centinaia di milioni di dollari (tanto che il film dovrebbe incassare più di due miliardi per andare in paro) per rifare in pratica lo stesso film. Nel primo gli umani arrivavano su Pandora per impadronirsi di un minerale, su questo fa la sua comparsa un’altra motivazione che sarebbe fare di Pandora un pianeta adatto agli esseri umani perché la terra sarebbe in procinto di morire. Adesso il perché della scelta proprio di quel pianeta rimane un mistero. Potrebbero terraformare un qualsiasi pianeta diverso da Pandora dal momento che la mancanza della spinta motivazionale data dalla necessità di accaparrarsi il minerale, aggiunta al fatto che gli umani stanno sulle balle da morire ai nativi, sarebbe un deterrente più che sufficiente. Potevano scegliersi un pianeta dove la vita magari è un po’ più primitiva, ma perché guardare il capello, sterminio più sterminio meno.
Comunque gli invasori arrivano per colonizzare quindi uno si immagina guerre e quant’altro, invece no. Non solo gli umani tornano sul pianeta ma si ricostruiscono anche le infrastrutture, e che fanno i Na’vi? Non si capisce bene perché la scena dopo, gli umani hanno già bello che costruito una fortezza e sono lì già da un anno. In pratica si ritorna all’inizio del primo Avatar quando gli indigeni sono impegnati in azioni di guerriglia contro un nemico già insediato sul pianeta. Come si è arrivati a questo? Non si sa. Ma la cosa più triste è che non è uguale solo la trama ma anche i personaggi: i nuovi antagonisti sono dei cloni dei vecchi cattivi, non nel senso che sono simili. No. Sono proprio letteralmente dei cloni versione Na’vi con le memorie dei vecchi soldati copia-incollate nei loro cervelli.
Questa squadra di cattivoni puffosi capitanata dal clone del colonnello ucciso nel primo film viene incaricata di uccidere il puffo eroe e cosa fa l’eroe quando questi appaiono? Scappa! Ora ha una famiglia e deve proteggerla quindi se ne va in un altro villaggio lontanissimo dalla foresta dove vivono i puffi della foresta (ormai li chiamerò sempre puffi) con la scusa che, siccome cercano lui per ucciderlo, un suo trasloco tempestivo potrebbe salvare il villaggio. Una scusa patetica che non ha né capo né coda dal momento che gli umani vogliono colonizzare il pianeta. La sua funzione è solo quella di reinstradare i personaggi a ripercorrere lo stesso arco narrativo che puffo eroe aveva già sperimentato nel primo film. Così fuggitivo e famiglia si trovano a dover imparare da capo una ‘nuova via’ che in pratica è come la precedente, solo con metafore basate sull’oceano e l’acqua. Imparare i proverbi su Pandora deve essere davvero difficile! C’è sempre il solito albero solo che chiaramente sta… avete indovinato? Esatto! Sottacqua! Ci sono le versioni acquatiche delle cavalcature (anche capaci di volare per non ridurle ad un’inutilità simile ai poteri di acquaman) dove ci ripropongono di nuovo la scena dell’imparare a connettersi, la parte nuova è solo un po’ di vita familiare. Degli umani che vogliono colonizzare il pianeta non si parla più, quella parte del film muore lì perché chiaramente ci deve essere la terza parte. Aspettate aspettate ho detto che hanno rifatto lo stesso film? Mi sono sbagliato! In realtà ne hanno fatto la metà ora che ci penso…
Comunque la premessa è così debole e così messa da parte per il seguito che il film diventa un viaggio di vendetta personale del puffo cattivo e che c’è bisogno di qualcosa di nuovo che tiri la trama e crei conflitto. Così fa la comparsa un’altra sostanza che si trova nei cervelli di balene senzienti intelligentissime. C’è di nuovo la battaglia finale con il colonnello il cui arco narrativo cambia solo per la presenza del figlio della sua versione 1.0 e via, alla fine cosa capisce il nostro eroe: che bisogna impugnare le armi per difendere Pandora. In pratica hanno usato il fatto che adesso ha una famiglia per farlo diventare temporaneamente pacifista in modo di dar vita a questo film, che diciamo la verità, è veramente inutile. Non è un sequel, è un remake in due parti fatto per spremere un po’ di soldi presentando allo spettatore degli effetti visivi fantastici sperando che il fatto che sia un copia-incolla fatto pure male non dia troppo nell’occhio.
Del fatto che una delle figlie di puffo eroe sia in grado di controllare madre natura non ne parlo nemmeno perché è una cosa inserita lì solo per il prossimo film ed è una cosa di cui tragicomicamente non parlano neppure loro. Nel senso che qualcuno che l’ha vista usare i superpoteri poteva anche dire qualcosa alla fine e invece no, tutti muti. Anzi per rimanere in tema: tutti con l’acqua in bocca.