«Clinica-stadio? Perse di vista le questioni cruciali. Terni ragioni»

Il consigliere regionale Paparelli dice la sua sull’attualità: «Noi perplessi sul progetto. Prima viene una sanità che funzioni. Arrestare il declino»

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Stadio-clinica, Asm, decoro urbano, emergenze sociali, e una destra «che va avanti ignorando i bisogni primari dei cittadini, fra promesse, strane formule e refrain sul passato». Il ternano Fabio Paparelli, consigliere regionale del Pd e portavoce della minoranza a palazzo Cesaroni, dice la sua su alcuni dei temi di attualità politica: «Il dibattito a Terni non può essere solo sui progetti di un imprenditore come Bandecchi. Che visione ha, chi governa, del futuro di questo territorio?».

«A Terni tanto silenzio e rassegnazione»

Comunque la si guardi, la partenza è sempre dall’attualità. Dal ‘nuovo’ Liberati, dalla clinica privata ‘made in Bandecchi’ che dovrebbe accompagnarlo. Dalle polemiche più recenti. «Intanto una premessa – esordisce Paparelli -. Chi ha promesso la realizzabilità di questo progetto, in Comune come in Regione, promuovendo anche una raccolta firme, è giusto che si assuma tutte le responsabilità anche nel caso in cui non fosse fattibile: sarebbe chiaramente un fallimento. Nel merito, come Pd abbiamo ravvisato, e non da soli, criticità che sono sia di carattere normativo che politico. Le prime sono relative soprattutto all’applicabilità della legge-stadi ad una convenzione pubblica che si ottiene solo partecipando ad una gara tesa a valutare la qualità dei servizi offerti. In sostanza ci si può accreditare e ottenere il convenzionamento, tramite partecipazione a procedure comparative, solo dopo la costruzione della clinica, come anche il Tar ha affermato più volte con chiarezza. Circa le criticità politiche rilevate, queste riguardano il consumo di superfici commerciali, in esaurimento, riguardano l’esenzione di tasse e imposte che tutti i commercianti e gli artigiani ternani invece pagano e la quantificazione del valore patrimoniale dello stadio su cui il dirigente responsabile non ha apposto la firma. Un anno fa alla dirigenza della Ternana Calcio – afferma l’esponente Dem – avevamo suggerito di chiedere tutti i pareri necessari preventivamente, per non perdere tempo e denaro. Oggi, invece, la Regione mette in stand-by la procedura per richiedere pareri illustri: perché non è stato fatto prima? Magari avremmo potuto trovare strade alternative, peraltro già proposte e suggerite da noi. Onestamente mi pare un segnale di debolezza polemizzare con due circoli del Pd di Perugia, lo dico sia all’imprenditore-politico che al sindaco di Terni che dovrebbero preoccuparsi molto più del silenzio di Lega e della destra perugina sul progetto. Per inciso – aggiunge il consigliere regionale del Pd – ben venga Bandecchi, ben venga il nuovo stadio, ben venga che ottenga ciò che legittimamente può utilizzare. Ma non diciamo che non ci sono alternative: il milione l’anno derivante dalla legge sui canoni idrici, ad esempio, potrebbe essere utilizzato dal Comune, d’intesa con la Regione, per contrarre un mutuo per il rifacimento dell’impiantistica sportiva e quindi del ‘Liberati’. Si può fare molto, in realtà, ma a Terni, ad eccezione di alcune associazioni di categoria e dei sindacati, regna un silenzio inquietante, una sorta di rassegnazione a dimostrazione del declino economico e culturale in atto».

«Le liste di attesa non si abbattono con le cliniche private»

La clinica-stadio è il primo tema di dibattito politico e sportivo in città, in questi giorni, «ma non può e non deve essere l’unico. Crediamo che il tema della sanità pubblica, quella vera e destinata a tutti i cittadini, sia il tema cruciale. Costruire il nuovo ospedale di Terni con fondi privati – prosegure Fabio Paparelli – è l’ennesima prova della subalternità agli interessi privati da parte di chi governa in Regione e a Terni. Si sta avallando l’idea che chi ha i soldi per curarsi, lo fa. Chi invece non li ha, può anche lasciare perdere o, nel migliore dei casi, finire in liste di attesa eterne. Liste che, peraltro, non si abbattono con le cliniche private, neppure sul fronte degli interventi chirurgici, a meno che non hai i soldi per poterci andare. Perché il convenzionamento avviene sulla base dei bisogni della popolazione Usl di riferimento, di budget previsti dalla legge e non sui desiderata dell’imprenditore privato. Oggi le liste di attesa sono anche nella sanità privata, nella parte convenzionata con il pubblico, perché i budget sono appunto definiti. Il vero abbattimento lo si ottiene solo facendo tornare a funzionare le strutture pubbliche, assumendo medici, infermieri, oss, estendendo gli orari di lavoro, tenendo i poliambulatori aperti nei giorni festivi».

«Un declino che attende azioni e risposte»

Il quadro ternano attuale è, per Paparelli, segnato dal declino: «Ci sono questioni trascurate che urge rimettere al centro. Il decoro urbano, con la città che è degradata su ogni versante, dalle strade ai marciapiedi, dalle periferie al taglio del verde, alle disinfestazioni. Ma i temi sono tanti: la rigenerazione urbana con i suoi contenitori abbandonati di cui nessuno si occupa, i giovani e il disagio sociale, il tema della droga e gli allarmi ripetuti che non vengono raccolti. E poi il tema del lavoro: la promessa di un anno fa, sulla proroga dell’area di crisi complessa e del nuovo accordo di programma, è stata sin qui disattesa. Servono poi passi avanti sull’università e la formazione, perché Terni attende l’autonomia dipartimentale e un’autonomia forte sui temi dell’ITS. Il rapporto con il capoluogo Perugia marca una differenza anche su Umbria Jazz: posticipare l’evento ternano a settembre, è stato un errore. Con il patron Pagnotta avevamo a suo tempo ipotizzato un progetto primaverile, impostato sui jazz club, ma occorre costanza per raggiungere obiettivi di valenza nazionale e internazionale. Un consiglio comunale dove i cambi di casacca sono all’ordine del giorno e una giunta che ha già visto tanti rimpiazzi, che capacità di programmazione possono mai avere?. A questa rassegnazione è venuto il momento di contrapporre un’alternativa basata su un campo largo di forze civiche e politiche ed una visione basata su una Terni più verde, più digitale e soprattutto più giusta».

Su Asm-Acea «non devono esistere segreti»

Per Paparelli insomma – e l’elenco ha anche un sapore ‘elettorale’ in vista di prossime scadenze – «serve una Terni che sia esempio di sperimentazione sulla transizione ecologica ed un modello per quella digitale. Serve più rigenerazione urbana, serve una città più giusta dove le crisi sociali non siano solo a carico di associazioni e terzo settore. Una città in cui potersi curare senza doversi rivolgere per forza ai privati. Se penso a come vengono gestiti i conti del Comune, poi, non posso fare a meno di rilevare che siamo vicini ad un nuovo dissesto, tutto politico e senza alibi rispetto a quello precedente, quando le vicende giudiziarie, poi concluse come tutti sappiamo, pesarono anche sull’iter del pre dissesto. Un capitolo a parte lo merita poi l’operazione Asm-Acea: intanto non possono esistere documenti ‘segreti’ in un dibattito che riguarda tutti noi, chi ci rappresenta, la città, il futuro di un patrimonio pubblico. Ma ciò che deve essere chiarito, prima di tutto, è il piano industriale: quali sono le prospettive? Il confronto deve abbracciare anche le forze sociali e lo stesso Comune di Roma con cui non mi risultano dialoghi in corso. E poi: si è sempre detto che l’ingresso di Acea avrebbe portato anche liquidità per Asm, ma oggi vedo solo ‘carta’ e passaggi societari. Dov’è questa liquidità?».

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