Commercio a Terni: «C’è davvero bisogno di tanta offerta? I pochi negozi storici andrebbero premiati»

L’opinione di Mario Gallinella che, per decenni, è stato protagonista con diverse attività

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Riceviamo e pubblichiamo l’opinione di uno storico commerciante di Terni, Mario Gallinella
di Mario Gallinella

Corso Vecchio

Piccolo commercio e artigianato, mi permetto perché ho condiviso con voi 40 anni della mia vita (bar Cardeto/cafè Caruso/bar CLT). Ho paura che i conti, per i piccoli, non tornino, per questo seguo, con interesse il dibattito sulla grande opera della zona stadio, ci sono diversità di opinione. Ci mancherebbe altro, sono il sale della democrazia, ma alla fine è la politica che fa le scelte, detta le linee guida e si assume le responsabilità del caso.

L’assessore Fatale dice ‘dove c’era il degrado oggi c’è un grande intervento’. Poi c’è chi sostiene neanche tanto velatamente l’altro pensiero, ‘il centro storico muore’, c’è bisogno di infrastrutture, non di punti shopping. Proviamo a ragionare. I consumi scendono, è un momento di incertezza politica ed economica, ma c’è davvero bisogno di tanta offerta? Quale forma di investimenti sono pubblici privati, o di altro genere? Finire di spogliare i centri commerciali naturali (centri storici), la nostra storia, l’economia di tanti piccoli esercizi, i sacrifici di tanti giovani, per alcuni i sogni, sarà davvero il progetto del futuro?

I pochi negozi storici rimasti andrebbero premiati, sono la storia della città, sarebbe davvero un bel gesto. La ricchezza prodotta da questi interventi rimane a Terni o è in uscita verso altri siti? Per quanto riguarda il quadro occupazionale a Terni sono in attesa dei prossimi dati di settore. Questi grandi contenitori fotocopiati basati solo su una fredda compra vendita, quando non sono on-line, dove la grande massa di persone arriva, richiamate più dalla curiosità dell’evento che da un incerto risparmio ad acquistare prodotti provenienti da paesi dove i diritti e gli stipendi sono discutibili.

Via Roma

La GdO ha occupato negli ultimi 10/15 anni. 5.000 mq il Pianeta village, 5.700 il Palaterni, i circa 10.000 la Coop, il Tulipano si sta organizzando. Per non parlare di altre sigle concorrenti ed emergenti e dei discount, è finita così o ci saranno altre ‘occupazioni’? Questo a fronte di una miriade di chiusure di piccoli esercizi, negozi gestiti da ternani cercasi. Grazie alla globalizzazione, con pochi investimenti la GdO fa affari d’oro, regolari, l’import è a bassissimo costo, la produzione nazionale soffre non essendo competitiva e cosi si annulla la nostra ricchezza. Ormai siamo accerchiati, come uscirne?

Con eventi a 360° al centro e non solo, solo coinvolgenti, con una attenzione maniacale verso il centro storico, il salotto della città, facendo squadra, ripartendo dal CCN i soldi ci sono. Ognuno di noi può contribuire a creare l’idea magica per rimetterci al ‘centro’ con un grande sforzo collettivo. Terni deve vincere anche con l’accoglienza, con l’ospitalità e un sorriso che non deve mai mancare, anche con tanti sacrifici, siamo abituati, a patto che usciamo dai nostri locali metabolizzando la parola ‘insieme’ con le idee chiare, consci che dobbiamo lanciare una sfida, culturale, economica, organizzata perché il nostro settore ha bisogno di certezze, chiarezza e rispetto.

Un concorso di idee per valorizzare a pieno il potenziale che abbiamo, può essere un’idea. C’è una proposta su tutto il centro storico: la 1° fiera artigianale del made in EU, possono partecipare solo espositori artigiani di tutti i settori con il made in Italy ed Eu, la fiera made Italy+Eu, prodotti artigianali realizzati al 100% dal made in Italy e dal marchio Eu. Questa idea, unica nel suo genere, se condivisa, può essere il nostro valore aggiunto il punto di ripartenza per promozionare i prodotti che si differenziano per qualità, legalità ed esclusività, rigorosamente Eu. Gruppi folkloristici al seguito sono ben accetti.

Un marketing innovativo e di qualità insieme a quel famoso milione circa del Ccn che deve tornare per trasmettere al centro (ai sei rioni) le giuste le motivazioni storiche ed emozionali per cui si muove il turista , incrociare il suo desiderio e le sue aspettative è un nostro compito assoluto. Terni è una bella città, c’è voglia di fare, il territorio è pieno di bellezze naturali, la voce turismo sta entrando in tutte le proposte quotidiane. C’è bisogno di più coraggio e determinazione, di liberare le menti creative, di programmare e organizzare solo grandi eventi partendo da quelli Valentiniani, al ritorno del Bravio (RioniAmo Rievocazione Storica), la storia della nostra città, al Cantamaggio, al Concorso pianistico internazionale Alessandro Casagrande e a tutti gli eventi di qualità già esistenti. Lavorare ininterrottamente su questo è una idea, sarebbe interessante anche se non originale.

Far visitare il nostro centro ad un numero più consistente dei 400/500 mila visitatori l’anno la Cascata. Copiare alcune idee in giro per il mondo non è peccato, ci darebbero la carica per anticipare il programma ’23 e non arrivare sempre in affanno. Su questo dobbiamo intervenire, cambiare, osare, più decisamente. La chiave è ‘aggregare’, l’unione fa la forza, un invito a partecipare ai gruppi del centro già esistenti e soprattutto alle associazioni di categoria pregandole di entrare all’interno delle problematiche esistenti, con un tono di voce più marcato. Il solito comunicato stampa è insufficiente, serve solo per lavarsi l’animo. Il cittadino, che segnala disservizi per avere una città sempre pulita, in ordine, ospitale e, accogliente.

La card unica, per visitare il centro città, il territorio e per uno sconto sugli eventuali acquisti. Puntiamo ad un costruttiva chiacchierata, organizzata da chi crede in questa progetto sempre tutti insieme, con i gruppi sopra citati sarebbe già un passo in avanti. Idee in ordine sparso ce ne sono molte, manca un funzionale raccoglitore. Coraggio, proviamoci! Ormai con le nuove tecnologie comunicare è facile, dipende da noi.

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