
di Marco Celestino Cecconi
Fratelli d’italia-Alleanza Nazionale al Comune di Terni
Ormai non ci chiediamo più cosa autorizzi i Revisori dei Conti del Comune di Terni ad approvare i bilanci dell’Ente dopo averli demoliti pezzo per pezzo, muovendo censure che valgono ciascuna milioni di euro a grappoli di zeri.
Ce lo domandiamo (inutilmente) a partire dal primo documento contabile arrivato in aula in questa consiliatura, vale a dire il consuntivo-2013. E lo continueremmo a fare anche adesso, dopo aver preso visione delle eccezioni mosse dai Revisori al consuntivo-2016, se non fosse che – comunque – la risposta più onesta è quella che arriva semplicemente dai fatti in sé e per sé.
Una pessima, conclamata, capacità di riscossione dell’Ente (prima eccezione al consuntivo-2016) rende inattendibili le previsioni di entrata (multe, tributi, recupero evasione) e non fa altro che aumentare la mole sempre troppo ingente dei residui attivi farlocchi, destinati prima o poi a dover essere cancellati: il che significa che concorre fatalmente ad aumentare il totale dei debiti.
L’aver rimandato volutamente per anni ed anni di mettere in chiaro il dare/avere con le società partecipate (dall’Asm in giù) ha prodotto il risultato di milioni di euro che ballano a carico del Comune verso le sue stesse aziende, con l’aggravante “inammissibile” a detta degli stessi Revisori, di contenziosi legali, contestazioni, decreti ingiuntivi, interessi di mora e chi più ne ha più ne metta: altri debiti in più che non risultano neanche tutti inscritti nel Piano di predissesto ancora in via di approvazione, peraltro, da parte della Corte dei Conti e del Ministero dell’Interno.
Il ricorso alle anticipazioni di tesoreria continua ad essere fuori-misura (con poco meno di 10milioni ancora da restituire al dicembre scorso!) e continua a strangolare i conti di Palazzo Spada: che (anche queste sono eccezioni mosse ancora una volta dai Revisori) ha peggiorato nettamente non a caso la propria capacità di pagamento persino rispetto all’anno scorso, esponendo le casse comunali all’ulteriore aggravio di altri interessi, in questo caso quelli applicati dai creditori.
Sono i vizi di sempre, proprio quelli che denunciamo dall’inizio, proprio quelli che hanno formato oggetto di raccomandazioni inascoltate mosse dai Revisori esercizio dopo esercizio. Sono i vizi di chi vuole fare finta che tutto vada bene pur di restare al comando. Sono esattamente i vizi, per restare ai conti, che hanno provocato un predissesto destinato di questo passo a diventare default.
Sono la fotografia di una disonestà politica mistificatrice che ancora una volta si pretende di scaricare sulla responsabilità del consiglio comunale. Sono la fotografia del crollo di un impero costruito su basi d’argilla.