di Passione Democratica Terni
Come gruppo dirigente che si candida a guidare il Partito Democratico provinciale, non possiamo restare silenti di fronte alla scelta compiuta per la segreteria comunale del partito di Terni. Una decisione che, pur nel pieno rispetto del profilo umano e della storia personale di Leopoldo Di Girolamo, appare fuori dal tempo, nella sua logica politica e nei suoi effetti. Una prospettiva che somiglia più a un ripiegamento che a una visione, più al tentativo di conservare equilibri interni che a una spinta verso il cambiamento. In linea con quanto mostrato dal partito cittadino negli ultimi anni. In questo contesto abbiamo scelto di non contrapporre un nostro nome, non per mancanza di idee, ma per non alimentare un conflitto sterile. Il partito cittadino appare immobile e sordo al presente. Aggiungere un altro tassello allo scontro avrebbe solo peggiorato le cose.
Ma il nostro silenzio non è resa. È una scelta che parte da un gesto simbolico: invitiamo a usare la scheda bianca come uno spazio aperto, un foglio su cui ogni iscritto possa delineare la propria idea del Partito Democratico che deve rinascere in città. Non è disimpegno, è un modo per dire che serve un’alternativa, serve visione. Perché oggi non si tratta solo di scegliere un nome: si tratta di dire quale partito vogliamo diventare.
Questa alternativa la vogliamo costruire nel congresso provinciale, con la candidatura di Damiano Bernardini. È qui che, ora più che mai, si apre lo spazio vero per cambiare rotta. È qui che possiamo costruire il vero contraltare alla stagnazione del livello comunale. È qui che vogliamo dar vita a un laboratorio di idee, di rinnovamento e di partecipazione, capace di riallineare il Pd ternano al percorso regionale e nazionale. Proprio quel percorso che ci ha consentito di tornare a vincere. La nostra candidatura alla segreteria provinciale nasce da questo bisogno urgente di futuro. Di un partito che non si chiuda nei riti, ma che si apra alla società, che torni ad ascoltare, a progettare, a includere. Che immagina il futuro invece di ripetere il passato.