Assisi, Conte e Di Maio: «Ricostruzione lenta»

Il premier arriva di mattina, il ministro di pomeriggio. La lampada della pace accesa da Nardella. Presenti oltre 4 mila fedeli. Il video

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Ad Assisi per San Francesco, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio tornano a parlare di terremoto. Per le celebrazioni del patrono d’Italia c’erano migliaia di pellegrini e una cinquantina di sindaci provenienti dalla Toscana, regione che quest’anno ha donato l’olio per la lampada votiva del santo.

La diretta delle celebrazioni

Conte e Di Maio

Al termine della messa officiata da monsignor Giuseppe Betori, Conte si rivolge alla nazione dalla loggia del Sacro Convento. Nel pomeriggio in Basilica il ministro degli esteri Luigi Di Maio. Ad accoglierli padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento che proprio in occasione della festa del patrono d’Italia ha aderito all’iniziativa di piantare 60 milioni di alberi, promossa da ‘Slow Food’.

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Conte (stavolta) parla del sisma

Lo scorso anno fu sottolineato il mancato riferimento al terremoto nel suo discorso. Stavolta Giuseppe Conte ne parla e dice chiaro e tondo che le cose non vanno: «Purtroppo bisogna riconoscere che l’opera di ricostruzione dopo il terremoto procede con intollerabile lentezza: dobbiamo imprimere una svolta decisiva. Dobbiamo affrontare un rischio maggiore, cioè che questi territori, anche dopo il recupero, vengano abbandonati per sempre, non abbiano più una comunità per abitarli. Per questo la ricostruzione deve andare avanti senza altri indugi».

Di Maio: «Ricostruzione sfida da vincere»

«La ricostruzione è una sfida da vincere, dobbiamo fare fatti perché quelle persone non ne possono più di sentir parlare – ha detto Luigi Di Maio da Assisi – Conte è sempre stato in prima linea nel dirci di contrastare la burocrazia è molto importante che tutto quello che faremo sia legato ai fatti e non alle parole. Immagino che i cittadini di Norcia siano ostaggio della cosiddetta burocrazia, di un sistema di norme e di cavilli che sta bloccando tutti».

Nardella accende lampada della pace

Il sindaco di Firenze Dario Nardella ha acceso la lampada votiva che per tutto l’anno illuminerà la cripta dove riposano le spoglie del Poverello. Una tradizione che si ripete ogni anno dal 1939, quando papa Pio XII proclamò Francesco d’Assisi patrono d’Italia. Una regione a turno rappresenta la nazione: quest’ anno l’olio è stato donato dalla Toscana, nel 2020 toccherà alle Marche. L’olio sta a rappresentare la medicazione delle ferite che guerre e massacri aprono nella società, desiderio di rinascita sociale, politica ed evangelica. La riproduzione della lampada è stata donata negli anni alle personalità politiche, culturali e civili che si sono recate in pellegrinaggio alla tomba del Santo e che si sono contraddistinte per l’impegno di pace.

«Abbiamo bisogno di impegno politico»

«Fare politica è compito di ciascuno di noi, per far risorgere l’Italia, l’Europa; condurre la barca italiana che, nonostante ansie terribili come quella della violenza e dell’aborto, deve nuovamente arrivare al porto della fraternità e della pace per la difesa delle nuove generazioni. Abbiamo nostalgia della cultura politica. Ma oggi non si può delegare il compito politico solo a qualcuno, per quanto possa essere illuminato né lo si può consegnare a qualche arrogante faccendiere arrivista. Ogni uomo è chiamato all’impegno politico, un impegno di umanità e di santità», così il custode del Sacro convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, nel corso del saluto che ha pronunciato durante la celebrazione eucaristica.

Chi c’è ad Assisi

A nome del Papa c’è il Legato Pontificio per le Basiliche Papali, Cardinale Agostino Vallini. Alle celebrazioni sono intervenute anche le istituzioni umbre. Accanto al presidente del Consiglio Conte, il sindaco di Assisi Stefania Proietti, il sindaco di Perugia Andrea Romizi, la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Donatella Porzi. Al termine della cerimonia, oltre a quello del premier Giuseppe Conte, l’intervento del ministro generale dei Frati minori conventuali, Carlos Trovarelli, il presidente della Regione Toscana, il sindaco di Assisi e il vescovo di Assisi, Nocera Umbra e Gualdo Tadino Domenico Sorrentino.

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