Il regolamento non c’è. Le polemiche sì. E tutto lascia prevedere che potrebbero aumentare. Perché se l’amministrazione comunale sembra avere l’intenzione di procedere alla stesura di una normativa soft, c’è chi sicuramente alzerà i toni.

Dehors La faccenda, in fondo, è semplice: alcuni locali hanno, da tempo, chiesto il permesso di ‘allargarsi’ – realizzando delle aree coperte all’esterno – così da diventare più attratenti ed ospitali. I progetti sono anche stati presentati in Comune, ma – anche se soluzioni del genere sono già esistenti in città – per ora è tutto fermo: «La normativa – spiega l’assessore Franceso Andreani – è in via di definizione. Stiamo raccogliendo indicazioni e segnalazioni per farla al meglio, cercando di andare incontro alle esigenze dei gestori dei locali, tenendo conto che per noi la così detta ‘movida’ va considerata una risorsa».

«Anarchia imperante» La cosa, ovviamente, non fa piacere all’associazione ‘Vivere il centro storico’, il cui presidente, Marcello Giovannetti, infatti, parla di «anarchia già imperante da molto tempo, basta fare un giro nelle zone più interessate, cioè quelle della movida, per rendersi conto che vere e proprie cataste di tavoli, sedie, le pericolose stufe a fungo con le relative bombole di gas Gpl e ogni altro tipo di suppellettile occupano 24 ore su 24 il suolo pubblico e in alcuni casi tavoli e sedie sono coperti con orrendi teloni da camion deturpando gravemente e impunemente anche gli spazi antistanti storici luoghi di culto».
I permessi La sera, poi, insiste Giovannetti, «si assiste ad una sorta di oceano di tavoli che occupano superfici spesso molto superiori al permesso concesso dall’amministrazione, ostacolando il transito ai mezzi di soccorso, alle auto e persino pedonale. Addirittura in piazze storiche, e di recente riqualificate, le panche e i sedili pubblici vengono utilizzati a corredo dei tavoli dei locali impedendone di fatto l’utilizzo collettivo».
Regolamento e orari Qundi si arriva al punto che, da mesi, è al centro dell’iniziativa dell’associazione: «Alcuni mesi or sono, abbiamo fatto delle proposte per la redazione di un regolamento per la convivenza tra le funzioni residenziali e le attività di esercizio pubblico e svago nel centro urbano». Una proposta che prevede, va ricordato, lo stop delle attività e lo sgombero di tavoli e sedie a mezzanotte e nessuna deroga, quindi niente ‘notte bianca’ o robe simili. Perché, secondo l’associazione, così si avrebbe «una città civile e vivibile, rispettosa dei diritti collettivi e non più attenta solo agli interessi privati di pochi».
«Provvisori» La direzione nella quale si andrà , però, sembra essere stata scelta: «Non credo che si potranno allestire strutture che possano essere identificabili come ‘stabili’ – dice l’assessore Andreani – ma dovranno invece avere la caratteristica essenziale della temporaneità ». Esteticamente, però, la scelta potrebbe non pagare: «Esistono delle soluzioni molto interessanti, anche sotto il profilo estetico – dice Andreani – e sono certo che gli operatori sapranno dimostrare il proprio buon gusto nella scelta, mentre il nostro compito sarà quello di dare delle indicazioni di massima per uniformare il più possibile gli standard estetici».