di A.T.
«Questa volta ci incateneremo davanti al Parlamento». È perentorio il tono di voce, ma anche l’intenzione, di Michael Crisantemi, segretario di Agedo Terni, quando nel pomeriggio di sabato durante una manifestazione a piazza della Repubblica per il Disegno di legge Zan contro le discriminazioni e violenze per orientamento sessuale, genere e identità di genere, ha preso in considerazione l’ipotesi che possa essere respinto.
Il Disegno di legge Zan
Il Ddl, che unifica cinque diverse proposte di legge e che dovrebbe essere discusso e approvato entro la prima settimana di agosto per poi passare al Senato, prende il nome dal suo relatore, Alessandro Zan, del Partito democratico. Attualmente il codice penale italiano penalizza i reati e discorsi fondati sull’odio razziale o religioso (legge Mancino): così facendo, con la legge Zan andrebbero ad aggiungersi anche episodi di discriminazione fondati sull’orientamento sessuale e l’identità di genere, sempre più frequenti.
«Sostituire la coscienza all’ignoranza»
«I casi di omofobia sono sempre più frequenti», – afferma Crisantemi. «Terni fortunatamente gode di quella tolleranza e apertura mentale che deriva da una stagione attenta ai diritti e alle minoranze però purtroppo il clima sta cambiando. C’è stigma nei confronti del diverso». Qualora il Disegno di legge non venisse approvato, le diverse associazioni che hanno partecipato alla manifestazione e che da anni combattono per essere ascoltati e rispettati, ‘marceranno’ verso Roma come sostiene Eleonora di ‘E se domani Terni’: «Continueremo a manifestare, faremo sentire la nostra voce come abbiamo sempre fatto. È dal ’69 che il diritto degli omosessuali si combatte e viene conquistato sulle piazze. Questo non ci fermerà ». Sulle piazze si combatte ma è nelle scuole che si educa al rispetto dell’altro, del diverso. Solo così all’ignoranza si sostituisce la conoscenza. Ce lo ricorda Emma, 15 anni, portavoce dell’Unione degli studenti: «Vogliamo rivendicare il diritto di amare liberamente. Vogliamo un’educazione sessuale fatta come si deve nelle nostre scuole, un’educazione all’affettività e al rispetto degli altri. L’ignoranza è troppo forte sia nella nostra città che nelle nostre scuole e dobbiamo combatterla».