‘Essere Umbri’, guarda il nuovo docufilm di Andrea Sbarretti

Tre episodi in 81 minuti con le storie di Alfredo, Werther e Maria Laura, Annalisa e Tommaso. Fra Terni, Amelia e Spoleto

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È uscito online il documentario realizzato dal regista ternano Andrea Sbarretti, dal titolo ‘Essere Umbri’. Sono tre storie ambientate rispettivamente a Terni, Amelia e Spoleto. Tre vicende collegate tra di loro dall’appartenenza al territorio umbro, pur nella variegata origine dei protagonisti. Visto il periodo di lockdown, la visione sarà sul web per intrattenere chiunque vorrà mantenere una sorta di tradizione, guardando un film nel periodo natalizio direttamente da casa. Il docufilm, della durata complessiva di 81 minuti, viene diviso in tre capitoli, ciascuno dei quali è caratterizzato da musiche originali di autori ternani che sono F.T.G. feat.Cristian Pratofiorito, Maurizio Mazzoli e lo stesso Sbarretti.

  

La musica che salva la vita

Nel primo, il protagonista è il ternano Alfredo Trastulli (in arte F.T.G), dj e musicista appassionato d’elettronica, che nei suoi live è solito ispirarsi a vari generi musicali, dai classici di Beethoven ai ritmi più convulsi della techno, passando per il jazz, generi pop o ambient. Non ha mai studiato musica, ma le note gli escono dall’anima durante le sue perfomance dal vivo, così diversi mondi si mischiano tra di loro, arricchiti con rarità su vinile e campionamenti dal vivo che sembrano riprodurre delle sonorità uniche ed inimitabili. Nel 2015 è stato colpito da una grave malattia. La sua lotta è stata durissima e la musica lo ha aiutato ad uscirne fuori, proprio per questo il suo motto è ‘Music save my life’ che è anche il titolo dell’ episodio. Ma la componente fondamentale della vita di Alfredo è la famiglia: ne parla spesso e con estrema semplicità ci racconta come ha conosciuto sua moglie Simona. Nel documentario compare anche la loro figlia Anna, oltre che Sara Arronenzi amica storica di Alfredo e Cristian Pratofiorito, musicista affermato di Terni.

Fra eros e giochi trasgressivi: Werther e Maria Laura si raccontano

Il secondo episodio va a toccare un tema spesso tabù: il porno e i giochi trasgressivi di coppia. Più precisamente Werther Germondari realizza da vent’anni, nell’ambito di un suo progetto artistico sulla sessualità, anche film post-porno, spesso insieme a sua moglie Maria Laura Spagnoli. Ma la carriera di Werther nasce negli anni ’90, quando con i suoi cortometraggi è riuscito a partecipare niente di meno che ai Festival di Cannes e Venezia. È stato ospite a diverse trasmissioni televisive ed i suoi corti sono stati programmati in tutto il mondo. Werther è di Rimini, Maria Laura è di Amelia: si conoscono all’università di Bologna negli anni ’80 e si innamorano subito. Si sposano e vanno a vivere a Roma, perché Werther ha vinto una borsa di studio e si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia. Da diversi anni vivono insieme anche una vita sessualmente libera e all’insegna della pansessualità. Ne parlano con estrema educazione e ci portano al Rio Grande di Amelia, sul set di un corto erotico dal titolo ‘L’amore è nell’aria’ che è anche il titolo dell’episodio.

L’Umbria cancella le metropoli

Il terzo ed ultimo episodio racconta la vita dell’affascinante Annalisa Reale, che da Milano si trasferisce ad Eggi, a due passi da Spoleto. Circa quindici anni fa Annalisa giunge a Spoleto per un lavoro di pochi giorni e si innamora della quiete umbra: non se ne andrà più via. Conosce Tommaso, un uomo di qualche anno più grande di lei e lo sposa. Ora gestiscono una azienda agricola nelle campagne sonnacchiose di Eggi, tra natura, silenzio, campi coltivati, maiali, pecore. Un ritorno alla vita semplice che Annalisa non vuole più cambiare, abituata ormai a questi ritmi lenti ed a sapori che la società moderna troppo spesso ci fa dimenticare. Con lei c’è Francesco, un romano anche lui trasferitosi a Spoleto, stanco della vita frenetica ed inquinata della metropoli. Insieme fanno parte di una compagnia teatrale di Campello sul Clitunno. Titolo della puntata è ‘Annalisa e la campagna di Eggi’.

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