Festa nella frazione di Gabbio (Ferentillo) sabato 25 gennaio per la ricorrenza di San Vincenzo Martire, titolare della chiesa e patrono dell’antico castello.
Il programma prevede alle 9.30 trekking sulla mulattiera Gabbio-Nicciano con partenza da largo Furio Miselli; ore 11 Santa messa nella chiesa; alle ore 12.30 rinfresco. Nel primo pomeriggio alle ore 14 concerto ‘Talento d’arte’ e ‘Nuova corale del cuore’ diretto da Lucia di Veroli. Ore 15 estrazione lotteria. Il tutto allietato dalle campane del campaniletto a vela situato sulla facciata della chiesa.
Ormai da diversi anni la festa ha ripreso vigoere e vede una consistente partecipazione di pubblico. Grazie alle famiglie Runcini e Costantini, con il sostegno della Pro Loco e del Comune di Ferentillo, sia Gabbio che la tradizionale festa di San Vincenzo Martire sono ancora vitali.
«Gabbio – spiega lo storico locale Carlo Favetti – fino ad alcuni anni era destinato a spopolarsi completamente, come sta avvenendo per Umbriano. Grazie alla determinazione delle amministrazioni passate e di quella presente, si è sistemato la strada per accedere all’abitato e quindi, con i servizi, è stato possibile recuperare un buon settanta per cento delle antiche abitazioni».
«La chiesa – prosegue – è un vero gioiello del romanico ed è tornata a vivere dopo un attento restauro. Facciata a capanna, portale in pietra con architrave poggiante su mensole e la data 1512. Importantissimi gli affreschi di Francesco da Lugnano del 1534 come: l’Incoronazione della Vergine tra angeli e Santi nell’abside (una riproposizione dell’Incoronazione della Vergine, opera del Lippi, alla cattedrale di Spoleto). Nella fronte dell’arco: la Madonna Annunziata, l’Arcangelo Gabriele, San Michele che pesa le anime. I santi Sebastiano e Rocco nella parete laterale del presbiterio. Altri dipinti che adornano gli altari laterali sono di ‘scuola umbra’, vicini alla mano di Perino Cesarei. Di buona fattura anche gli stucchi del XVIII secolo che ornano i due altari di destra. Il pavimento della chiesa è in pietra».
«Il recupero dei piccoli centri storici – osserva Favetti – rappresenta una ricchezza in questa parte dell’Umbria, colpita da sempre da eventi sismici ma anche dal degrado e abbandono, frutto di chi dovrebbe tutelare questi beni. Gabbio è tornato a rivivere grazie ad un’attenta riqualificazione e sostenibilità , non solo da parte del privato ma anche di enti e associazioni. Insomma – conclude – sabato 25 gennaio sarà un momento non solo per trascorrere una giornata di socialità , ma anche di riflessione sulle emergenze culturali e tradizioni popolari legate alla fede da salvaguardare, in uno dei luoghi più suggestivi della Valnerina».