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Home » Ferentillo: il giorno dopo Pasqua la chiesa di Castelrivoso rivela i suoi gioielli

Ferentillo: il giorno dopo Pasqua la chiesa di Castelrivoso rivela i suoi gioielli

In occasione della festa della Santissima Croce, la chiesa di Sant'Antonio Abate accoglie la messa solenne ed è un'occasione per scoprirla

di Fabio Toni
19 Aprile 2025
in Cultura
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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Martedì 22 aprile, alle ore 17, si svolgerà presso la chiesa di Sant’Antonio Abate – a Ferentillo – la festa della Santissima Croce con la solenne messa. Una ricorrenza che si tramanda da secoli e a cui i residenti dell’antico Castelrivoso-Monterivoso sono particolarmente devoti. Qui al mattino presto, al suono delle campane, la piccola frazione adagiata lungo le sponde del fosso di Riti festeggia l’avvenuta Pasqua, esaltando il patibolo dove il figlio di Dio ha redento il suo popolo. Vale la pena partecipare per ammirare anche questa chiesa che è un vero scrigno d’arte – dipinti su tela, affreschi e suppellettili – circondata da un panorama unico.

«L’altare della famiglia Mancinelli è un lascito che rimonta ai primi del XVII secolo – afferma lo storico locale Carlo Favetti -. Situato sul lato sinistro di chi entra nell’edificio, a tutt’oggi è custodito dalla famiglia di Filippo Mancinelli. Tra stucchi e decorazioni classiche, la pala d’altare è un dipinto su tela e risale alla seconda metà del XVIII secolo, raffigurante la Madonna di Loreto con i aanti Francesco e Stefano. Autore dell’opera – continua – è Nicola De Amicis, appartenente ad una cerchia di artisti marchigiani di raffinata e comprovata bravura. La tela si mostra in bella vista, in primo piano San Francesco e Santo Stefano; al centro su un ripiano, la Madonna di Loreto con ai lati angeli oranti che sorreggono ceri. Sia San Francesco che il protomartire sono inginocchiati e portano le mani al petto; in basso a terra, vicino a Santo Stefano, sono dipinte tre pietre simbolo del martirio».

«Il francescano individuato come un San Francesco – prosegue Favetti – in realtà potrebbe essere il Venerabile Francesco Romanelli da Precetto. La simbologia raffigurata mostra un francescano assai anziano e in terra il bastone. Elementi comuni che individuano probabilmente il frate ferentillese. Sotto la Madonna, un cartiglio con la scritta della commissione Angelo Mancinelli e l’autore del dipinto Nicolao de Amicis maceratense 1722; autore che firma nello stesso anno anche lo stendardo bifacciale presso la chiesa di Santo Stefano a Precetto, commissionato dal camerario Sante Pescetelli».

«Quindi il De Amicis realizzò in quel periodo di soggiorno ferentillese i due dipinti con soggetti estratti dalla devozione popolare. Agnerillo Mancinelli commissiona all’artista l’opera, essendo anche i suoi avi originari delle Marche. Sia il dipinto a Sant’Antonio di Monterivoso che l’altro dello stendardo a Santo Stefano di Precetto, risentono dello stile settecentesco di altri lavori resi su tela e presenti in altre chiese del territorio. Influenze che vedono lo stile inconfondibile della prolungata stagione marattesca. Altro dipinto interessante è la tavola con lunetta e predella dell’orazione nel Getsemani di Francesco Nardini di Sant’Angelo in Vado, della seconda metà del XVI secolo. Ma tutti gli altari laterali – conclude lo storico – presentano tele del XVII/XVIII secolo di grande valore artistico e devozionale. Così anche l’affresco raffigurante Adamo ed Eva, l’organo di recente restaurato e gli affreschi nel presbiterio del XVII secolo».

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