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Home » «Fermare ogni attività venatoria in Umbria»

«Fermare ogni attività venatoria in Umbria»

di Simone Francioli
16 Novembre 2020
in Ambiente e salute, Opinioni
Tempo di lettura: 2 minuti di lettura
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Riceviamo e pubblichiano una nota del Coordinamento animali ambiente territorio Umbria

Il Coordinamento animali territorio ambiente della Regione Umbria chiede l’immediata chiusura di ogni tipo di attività venatoria nella regione, preso atto dell’altissimo indice di contagi e di morti per Covid-19 in Regione con apertura addirittura di ospedali da campo e chiusura già avvenuta degli ospedali di Pantalla, Narni e Amelia, dell’età media dei cacciatori con prevalenza di anziani over 65, e della fortissima possibilità di diffusione del coronavirus sia per le attività che decine di persone svolgono assieme all’aperto e al chiuso, sia anche nel caso di cacciatori singoli con spostamenti continui ovunque sul territorio, tra comuni e anche tra province e regioni e senza alcuna possibilità effettiva di tracciamento, con grave rischio oggettivo di diffusione della malattia.

SPECIALE CORONAVIRUS – UMBRIAON

In questo momento in cui si stanno chiedendo sacrifici a tutti e addirittura si prevede di potersi riunire a Natale solo tra parenti di primo grado, è inaudito che possa proseguire la caccia: attività voluttuaria che non è socialmente necessaria, poiché – diversamente da quanto dichiara la consigliera regionale Peppucci – gli abbattimenti dei selvatici per pubblica incolumità spettano per legge agli agenti di Pg a ciò preposti, e che invece, avendo causato ben 27 morti e 68 feriti solo nell’ultima stagione venatoria, è fonte certa di pericolo per tutti i cittadini che volessero attuare una delle poche attività di benessere oggi possibili, quella di poter camminare da soli all’aperto nella natura.

Inoltre, in caso dei frequenti infortuni, si vanno ad oberare ospedali e la macchina dei soccorsi: tanto che sono state vietate le attività Cai, ad alto rischio, ma non più di quelle venatorie. Soprattutto, se rimanesse aperta nella Regione Umbria, zona per ora arancione ad altissimo tasso di diffusione della pandemia con ben 16 morti – 8 in realtà, ndR – solo ieri rispetto ai 3 o 4 dei giorni precedenti, e addirittura permettendo spostamenti fuori Comune come richiesto dal capogruppo regionale Pastorelli, cioè permettendo attività venatorie svolte spesso da soggetti a rischio per età e per le quali è oggettivamente impossibile, nel corso di una braccata, evitare assembramenti di gruppo, rispettare le distanze di sicurezza, indossare le mascherine, effettuare tamponi e tracciamenti, si moltiplicherebbero con oggettiva certezza le modalità di contagio da Covid19, tanto da fare ipotizzare il reato di cui all’articolo 452 Cp (epidemia colposa).

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