Giardino ex convento Colle dell’Oro: «Degno di tutela. Valorizzarlo»

Il Centro studi ‘Malfatti’ di Terni ne chiede l’inserimento tra le proposte di intervento nel Pnrr per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici

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Riceviamo e pubblichiamo una proposta che il Centro studi ‘Malfatti’ di Terni ha trasmesso al sindaco Leonardo Latini in relazione all’avviso pubblico ‘Proposte di intervento per il restauro e la valorizzazione di parchi e giardini storici’ nell’ambito dei fondi del Pnrr.

di Emanuele Pettorossi
direttore editoriale centro studi ‘Malfatti’

Premesso che la città di Terni, come la maggior parte dei grandi agglomerati urbani italiani, convive con una pluralità di elementi di degrado urbanistico e ambientale, qui particolarmente enfatizzati dalla presenza dell’industria pesante, con particolari emergenze legate all’inquinamento e con una forte edificazione del territorio, che concorrono a degradare progressivamente quelle singolarità etnoantropologiche peculiari dei luoghi che partecipano nel processo di creazione del senso di appartenenza, del benessere residenziale e della attrazione turistica.

In riferimento all’oggetto, avendo individuato nel giardino dell’ex convento di Colle Dell’Oro un luogo di interesse particolarmente degno di tutela e valorizzazione, anche per il contesto generale in cui si colloca, se ne propone al Comune l’inserimento nel Piano di cui trattasi, assolvendo propedeuticamente tutti quegli adempimenti richiesti dalla normativa di riferimento in concorso con la Soprintendenza.

Il complesso conventuale di Colle Dell’oro si colloca nella fascia pedemontana a nord della città, in un ambito paesaggistico moderatamente alterato dal costruito, un tempo luogo di villeggiatura, nel cui circondario sono presenti molteplici ville gentilizie, tra le quali Villa Palma e Villa Bianchini Riccardi, e l’antica miniera di lignite. L’edificio originario è datato alla metà del XV secolo, una strada lastricata realizzata nel XVII secolo, tutt’oggi esistente, lo metteva in comunicazione con la città.

L’ampio parco, in stato di abbandono, che insiste su una vasta struttura terrazzata conserva molte delle essenze vegetali originariamente messe a dimora, mentre una tradizione orale che merita certamente un accurato approfondimento lo vorrebbe come prima sede dell’orto botanico dei Lincei, attivato insieme al ternano Anastasio De Filiis, precedente alla sua definitiva ubicazione presso la residenza dei Cesi in Acquasparta. Il bene di cui trattasi risulta tutelato ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004, sulla base di un provvedimento del 24/6/1913.

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