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Home » Gli Umbri Naharki: «Fascino e misteri»

Gli Umbri Naharki: «Fascino e misteri»

di Fabio Toni
10 Marzo 2022
in Cultura, Dal territorio
Tempo di lettura: 6 minuti di lettura
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di ‘Valentino de Ponte Cardona’
‘Montagne Misteriose’

Cominciamo con l’identificare le popolazioni Italiche/Sabelliche come termine polivante. Gli Osco Umbri sono una di queste. In questa identificazione abbiamo due branche: gli Umbri Sabelli e gli Osci. Questa divisione risulta ballerina perché fa da ponte tra il mondo Umbro e quello Osco. Gli Osco Umbri arrivarono in Italia intorno al XII secolo a.C. ed il loro arrivo coincide con con il fiorire della cultura protovillanoviana.

‘La memoria di questo popolo giunge a noi come l’eco di un rintocco di campane di una città sprofondata nel mare’. Queste le parole del celebre latinista Theodore Monsen usate relativamente alla popolazione Umbra. Analizziamo quindi quanti punti d’ombra ci sono in questa cultura. Sappiamo che la cultura degli Umbri coincide con la cultura di Terni (Interamna Nahars) che si sviluppa nel X secolo a.C. in Italia; nascendo dalle tante branche della cultura villanoviana, però in Plinio noi possiamo leggere che gli Umbri sono il popolo più antico in assoluto di tutta l’Italia. Lo storico romano racconta che addirittura debbono il loro nome ai Greci, che li hanno chiamati Umbri, originariamente Ombrici, partendo dal termine etimologico della loro lingua Ombros, che significa temporale. Un popolo così antico da essere sopravvissuto al diluvio universale. Il diluvio universale non è un elemento folcloristico esclusivo della Bibbia ma è presente nelle leggende di tutte le popolazioni del globo, Greci compresi.

Probabilmente questo titolo ed appellativo di popolazione più antica Italica, deriva dalla reale etimologia della parola che, al momento, ci resta abbastanza sconosciuta, presumibilmente derivante da un termine non indoeuropeo: Umru. Altrettanto probabilmente si ipotizza che era il nome di una popolazione autoctona non indoeuropea dell’Italia centrale. Tale supposizione si fonda anche su reperti archeologici che risalgono al Paleolitico, come le grotte già abitate in antichità; basta citare la grotta Bella ad Avigliano Umbro o la grotta dei Cocci di Narni per capire quale importanza questi ipogei hanno svolto nella storia della futura Umbria.

Sulle fondamenta di questa popolazione Umru, gli antenati degli Umbri, si sono sovrapposti e ci si sono fusi, prendendo il nome di Umbri per loro, andando a sostituire i tanti Safim e Sab, termini che significano consanguinei e sabini, che nello specifico sono nomi ricorrenti nelle popolazioni Sabelliche; avrebbero invece imposto, come conquistatori, la loro lingua e la loro particolare scrittura. La più importante testimonianza di scrittura Umbra la ritroviamo nelle Tavole Egubine: sette tavole bronzee rinvenute nel XV secolo d.C. nel territorio dell’antica Ikuvium (Gubbio), sulle quali è iscritto un testo in umbro, relativo a complessi cerimoniali di lustrazione ed espiazione della città.

Forse un elemento che gli Umbri prendono dalla popolazioni indigena, con la quale si fondono, è la pratica dell’inumazione. Possiamo vedere che nella cultura di Terni, nella sua prima fase, si conservino alcuni esempi di incenerazione, che è una pratica propria della cultura protovillanoviana, mentre andando avanti nel tempo si afferma una cultura di inumazione, come esempio la grande necropoli delle Acciaierie. La necropoli di Terni, anche detta necropoli delle Acciaierie, fu scoperta durante la costruzione dello stabilimento in località Pentima. I corredi delle prime tombe furono rinvenuti nel luglio del 1884 e conservati al museo archeologico Claudia Giontella di Terni.

Terni (Interamna Nahars in latino) è un comune italiano, capoluogo dell’omonima provincia in Umbria. L’area della Conca Ternana risulta interessata da insediamenti stabili già in età protostorica, come è testimoniato dalla necropoli delle Acciaierie, utilizzata a partire dall’ultima fase dell’Età del Bronzo finale (X sec. a.C.) fino a tutta la fase iniziale della prima Età del Ferro (IX secolo/inizi VIII sec. a.C.) da una comunità cospicua, riconducibile alla facies protostorica detta Cultura di Terni.

L’abitato pertinente alla necropoli era posto nella fascia collinare e pedemontana a nord dell’attuale città, mentre solo in età più tarda (VII sec. a.C.) si avrà la nascita di un vero e proprio centro protourbano nell’area posta alla confluenza tra fiume Nera e torrente Serra. I dati archeologici sembrano confermare, quindi, la tradizionale data di fondazione della città, collocata al 672 a.C. in base ad un’iscrizione del 32 d.C. (Corpus Inscriptionum Latinarum XI, 4170). Le genti preromane che abitavano tali insediamenti nelle fonti latine sono chiamate Nahartes (da cui il nome della città, Interamna Nahartium, ossia dei Naharti), etnonimo che accomuna tutte le popolazioni umbre che vivevano lungo il corso del fiume Nahar (il Nera) in fondo alla valle.

Nella zona di Maratta intorno alla fine degli anni ’90, dopo il ritrovamento di varie ceramiche sparse, venne effettuata una campagna di scavi archeologici. Da questi scavi sono emerse strutture e reperti e ad oggi, dopo gli studi eseguiti, si può affermare che si tratta di un insediamento abitatativo dal popolo dei Naharki, di origine tra l’età del Ferro e gli inizi della romanizzazione, forse anche precedente. Il villaggio sorgeva su una piccola altura costituita da un consistente banco di sabbia, risultato delle esondazioni del fiume Nera. Il sito è da considerarsi molto importante perchè rappresenta uno dei primi esempi di urbanizzazione della piana Ternana e forse un unicum per il periodo delle migrazioni dagli insediamenti montani a quelli di pianura.

Rispetto all’Umbria che conosciamo oggi, la regione abitata da questo popolo era molto più vasta, e da Strabone sappiamo che arrivava fino a Rimini e Ravenna. L’Ombrica, la grande Umbria di Strabone era delimitata dall’Adriatico e dagli Appennini. Nel VI secolo A.C. iniziano le conquiste Etrusche in pianura Padana e Plinio scrive che saranno ben 300 le città degli Umbri che saranno conquistate, ma queste notizie andrebbero rivisitate, poiché l’espansione Etrusca verso gli Umbri, non finiva con il predominio militare ma finiva con accordi e scambi culturali propositivi e non militari a differenza della metà del V secolo a.C. quando la calata dei Galli Senoni vedrà la conquista delle aree della Romagna e delle Marche, riducendo i territori Umbri.

Nel 295 a.C., dopo battaglia di Sentino, L’Umbria fu conquistata dai Romani, che vi stanziarono alcune colonie e ne attraversarono il territorio con la via Flaminia. Il popolo degli Umbri con i suoi pochi reperti e con le sue numerose storie e leggende sulla propria origine, resta uno dei più grandi misteri etnici ancora tutto da svelare.


VIDEO – IL MISTERO DEGLI UMBRI NAHARKI

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