Idroelettrico, Paparelli: «Canoni da rivedere»

L’assessore: «Le risorse aggiuntive dovranno essere utilizzate a beneficio dei territori»

Condividi questo articolo su

L’impegno è serio. E a prenderlo, nel corso di un incontro con alcuni amministratori della Valnerina e del territorio ternano, è stato l’assessore regionale Fabio Paparelli: «Il settore idroelettrico italiano deve, in particolare a Terni, oltre che al suo comprensorio, il primato di una storia che ha contribuito in maniera determinante alla nascita del comparto industriale del nostro Paese. La Regione intende difendere e valorizzare questa risorsa preziosa come un vero e proprio bene comune capace di creare valore nel rispetto dell’ambiente».

Il Dap È per questo motivo, ha aggiunto Paparelli, «che nel nuovo Documento annuale di programmazione (Dap 2015) è stato inserito un passaggio che fa riferimento a come gli adeguamenti dei canoni su materie riferite a concessioni in materie ambientali dovranno essere utilizzate a beneficio dei territori su cui insistono le relative concessioni».

«Cambio di passo» Secondo Paparelli questo «presuppone un cambio di passo, a partire dalla ridefinizione dei canoni per le aziende in campo idroelettrico, tali da garantire una sempre più adeguata remunerazione dei fattori della produzione, che tenda a preservare e difendere i posti di lavoro, oltre che ad andare a vantaggio del territorio sia in termini di sviluppo economico, sia ambientale e turistico».

Le tariffe La Regione dell’Umbria incassa circa 6 milioni di euro all’anno per i canoni di derivazione di acqua pubblica e la maggior parte, quasi 5 milioni, provengono dai grandi utenti, in tutto una trentina. Per quanto riguarda le concessioni idroelettriche, nel 2014 il canone era fissato in 15,51 euro/Kw e nel 2015 è previsto un canone unitario di 15,60 euro/Kw.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli