Per la serie ‘Ferentillo segreta, i luoghi del mistero’, lo storico ferentillese Carlo Favetti ci racconta la vicenda dei cinesi che riposano al cimitero-museo di Precetto, dove sono custodite le ‘mummie di Ferentillo’.
«I contagi tornano sotto varie forme, con vari nomi – scrive Favetti – ma sempre tragedie sono, che sia peste, colera, spagnola, Sars, coronavirus, ultimo anche l’aviaria. E un esempio di come nel corso dei secoli le vicende si ripetano, ce lo danno alcuni personaggi che riposano nel cimitero museo delle mummie nell’antica chiesa, oggi cripta di Santo Stefano a Precetto: la coppia di cinesi tanto misteriosi e tanto ammirati».
«La loro storia – spiega lo storico locale – è frutto di racconti orali tramandati dai vecchi custodi, immortalati nei libri fino ad oggi. Soltanto della donna si conserva il corpo ancora vestito, mentre di lui rimane soltanto la testa. A-Tuan, chiamato così perché nacque nel giorno del Tuan Wuchieh (festa del dragone). Venticinquenne, figlio di un facoltoso Mandarino, A-Tuan si innamorò della bella Fiore d’Estate. ventiduenne di umili origini, ballerina alla corte dell’imperatore. A-Tuan si sposò con Fiore d’Estate in una fastosissima cerimonia durata sei giorni. Per festeggiare le nozze fu deciso il viaggio in occidente, a Venezia, dove il padre di A-Tuan poteva contare sull’amicizia dello speziale messer Louis».
«Dopo un lungo e felice viaggio – prosegue Favetti -, i due giovani giunsero nella Serenissima dove furono accolti con tutti gli onori dovuti agli amici, nobili ospiti orientali. La vita nella laguna trascorreva spensierata per i due giovani. Passeggiate lungo piazza San Marco, ponte dei Sospiri e di sera sulle gondole ad ammirare la città luccicare sotto il velo fantasma della nebbia. Essendo cattolica, Fiore d’Estate volle pure visitare la città di San Pietro. Cosi i due giunsero a Roma. C’era molta gente in città . Capitarono durante un Anno Santo straordinario. E qui i due giovani furono colpiti da un male terribile: il colera».
«Fuggirono dalla città Santa e si spinsero nell’entroterra umbro, forse per recarsi a Triponzo dove le fonti termali potevano far sperare nel miracolo della guarigione. Era un giorno molto caldo. I sintomi del male erano evidenti in Fiore d’Estate. A-Tuan la teneva stretta al petto, le accarezzava la fronte le asciugava i capelli neri impregnati di sudore. La baciava, dolcemente. Furono trovati all’alba sui gradini della chiesa di Santo Stefano. Fiore d’Estate teneva stretto in mano il piccolo crocefisso d’oro regalato dal suo A-Tuan. Dalle nostre ricerche – conclude lo storico – compare che nel 1644 giunse in tutta l’Umbria la cosiddetta ‘terzana’ già propagata nel Lazio. Ecco in sintesi la loro storia».