Circa due quintali di pesce di vario tipo messo in salvo sul fiume Paglia ad Orvieto, un’altra ingente quantità di anguille sul Velino in Valnerina. La polizia provinciale del comando di Terni in campo per mettere in sicurezza la fauna ittica, dopo che nel corso delle attività di controllo su tutto il territorio gli agenti hanno verificato due situazioni in cui vi erano importanti quantità di pesci in pericolo, attivando tempestivamente le procedure e le segnalazioni per la loro messa in sicurezza.
Ad Orvieto – viene spiegato in una nota della Provincia – il salvataggio ha riguardato circa 2 quintali di pesce ad opera di personale della Regione Umbria che si è attivata dopo segnalazione degli operatori della polizia provinciale il cui distaccamento orvietano ha fattivamente collaborato con la Regione insieme alle guardie ittiche volontarie dell’associazione Fipsas. L’attività si è resa urgente a causa delle conseguenze di alcuni lavori autorizzati all’interno dell’alveo insieme alla carenza di acqua nel fiume, considerato il periodo stagionale. Tali condizioni avevano creato una pozza all’interno della quale erano rimasti isolati carpe, barbi e cavedani, i quali, se lasciati in quel luogo, sarebbero entrati in sofferenza fino alla morte. Per questo, previa segnalazione e richiesta della polizia provinciale, la Regione ha emesso un’apposita ordinanza per svolgere l’attività di recupero delle specie e di reintroduzione in un altro tratto del fiume con acque in scorrimento.
Sempre nell’ambito dell’attività a tutela della fauna ittica la polizia provinciale svolge ogni anno controlli programmati sui corsi d’acqua, compresi quelli in Valnerina, in particolare sul Velino, per la salvaguardia della specie anguilla. Ogni anno vengono effettuati appositi interventi di questo tipo ed in media viene salvata circa una tonnellata di anguille. Anche quest’anno la polizia provinciale ha collaborato con la Regione nel salvataggio di un gran numero di esemplari che periodicamente si ammassa in corrispondenza di alcune griglie idrauliche in località Campacci di Marmore. Concentrandosi in quella zona il pesce, a sua insaputa, finisce, se non rimosso, per trovarsi in grande difficoltà fino a rischiare la morte. L’attività è consistita, come di consueto, nel prelievo delle anguille con una particolare rete e nel successivo trasporto e reimmissione nel lago di Piediluco. Le operazioni autorizzate dalla Regione sono state svolte da una ditta specializzata sotto la supervisione della polizia provinciale del comando di Terni e dei veterinari Asl Umbria 2