La questione è piuttosto tecnica, avrebbe anche dei precedenti in altre parti d’Italia, con conclusioni peraltro non univoche. Questo per dare l’idea della complessità. In una fase ancora del tutto preliminare però, in cui la procura regionale della Corte dei Conti si attende spiegazioni – dagli uffici comunali che hanno dato il proprio avallo? Dal sindaco che lo ha nominato? Dal diretto interessato che ha percepito l’indennità (3.279,71 euro mensili) da assessore? – in ordine al presunto danno erariale. Quello relativo ai compensi che l’ex assessore comunale di Terni – attualmente nella giunta regionale – Enrico Melasecche avrebbe percepito da luglio 2018 a novembre 2019. Perché il danno? Perché secondo la magistratura contabile, che parte dalla ‘Legge Madia’, essendo Melasecche in pensione, avrebbe sì potuto svolgere il suo incarico di assessore comunale, ma soltanto a titolo gratuito. Questione che si svilupperà, probabilmente, in punta di diritto ma che troverebbe un suo fondamento anche nell’articolo 11 della legge regionale numero 8 del 1973 che regola – con successive modifiche – gli aspetti previdenziali dei consiglieri regionali. Lì si trovano le ragioni della sospensione del vitalizio percepito da Melasecche come ex consigliere regionale in ragione della sostanziale incompatibilità fra percezione di vitalizi e di indennità per incarichi di amministratore pubblico. La suddetta legge recita infatti che «il pagamento (del vitalizio, ndR) viene sospeso anche qualora il titolare dell’assegno vitalizio venga eletto al parlamento nazionale, europeo, ad altro consiglio regionale o nominato componente di giunta regionale. L’erogazione dell’assegno vitalizio è altresì sospesa per il periodo nel quale il beneficiario ricopre incarichi remunerati presso enti o società pubbliche o partecipate dalla pubblica amministrazione, fatta salva la rinuncia alla remunerazione derivante dall’incarico».
Pd polemico: «Non serve la magistratura, ma sensibilità politica»
La questione ha, ovviamente, sollevato anche polemiche di carattere politico, con i consiglieri comunali del Pd di Terni – Francesco Filipponi e Tiziana De Angelis – pronti a ‘bacchettare’ Melasecche, e più in generale l’amministrazione, su una vicenda comunque spinosa. «Non entriamo nelle questioni giuridiche e normative sollevate dalla procura della Corte dei Conti in merito alla indennità di amministratore comunale percepita dall’ex assessore comunale, attuale assessore regionale, Enrico Melasecche – affermano -. Ci sentiamo legittimati ad una annotazione politica: constatiamo che su una persona si concentrano pensione, vitalizi legati ad una lunga attività politica e, non ultimo, nuove indennità legate a nuovi incarichi amministrativi. Non dovrebbe intervenire la magistratura, dovrebbe bastare la sola sensibilità politica ad evitare situazioni imbarazzanti. Vista la sua personalità e il suo ego, non chiediamo al già vicesindaco, consigliere comunale, consigliere regionale, assessore comunale e assessore regionale, di mettere un punto alla sua trentennale attività di pubblico amministratore, ma quantomeno di lasciare nelle casse degli enti che amministra indennità che seppur cospicue per ogni altro cittadino, oltre 3 mila euro al mese, diventano oltretutto minimali per chi già gode dei vitalizi regionali. Sarebbe soprattutto un atto opportuno – affermano Filipponi e la De Angelis – da chi per anni si è elevato a censore e a giudice morale delle condotte altrui. A tal proposito, ricordiamo in tal senso, che nella storia di questo comune ci sono stati anche amministratori che hanno rinunciato alla propria indennità e che hanno evitato accuratamente di sommarla a vitalizi o retribuzioni da parlamentari. Sottolineiamo che nell’ottica del risanamento dell’ente ogni contributo è valido e che 36 mila euro l’anno di indennità percepita da un solo amministratore rappresentano comunque una somma che potrebbe essere spesa altrimenti per la città. Sottolineiamo che chi fa incetta di cariche e di indennità non lascia spazi alle nuove generazioni. Infine, sempre in tema di coerenza, chiediamo come possano coesistere l’attuale assessore Melasecche, infuriato perché la città è stata informata per l’indagine avvitata dalla Corte dei Conti, con il consigliere di opposizione Melasecche che non si poneva alcun limite e che forse di fronte alla corrispondenza tra Comune e Corte dei conti stranamente secretata nel protocollo del Comune di Terni, avrebbe chiesto l’invio dei caschi blu dell’Onu».