Inquinamento a Terni, AirSelfie alla fase due

I primi dati confermano la criticità dell’aria di Terni, ora con un’App tutti i cittadini potranno conoscere il proprio livello di esposizione sul cellulare

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 di F.L.

Venticinque dispositivi mobili AirBreams utilizzati da almeno una quarantina di persone, 350 tracciati rilevati per un totale di oltre 1.700.000 valori raccolti e rielaborati: si è conclusa – anche se con un po’ di ritardo rispetto alle aspettative – la prima fase del progetto AirSelfie, il sistema sperimentale per la valutazione dell’esposizione personale all’inquinamento atmosferico, in particolare polveri sottili, sviluppato da Arpa, nella Conca ternana, con la partecipazione dei cittadini. Ora, grazie ad un’App scaricabile da tutti i cellulari e tablet, saranno ancora loro i protagonisti della seconda fase.

LA PRESENTAZIONE IN SLIDE

I risultati Gli strumenti distribuiti hanno confermato l’ipotesi di partenza degli esperti in merito alla grande variabilità spaziale e temporale dell’esposizione personale, i cui valori sono risultati in media non distanti da quelli normalmente misurati dalle centraline fisse delle rete di monitoraggio (cinque quelle prese a riferimento), confermando la situazione di criticità per quanto concerne i Pm 2.5. «Ma, in alcuni casi, gli stessi valori sono stati pari a più del doppio o a meno della metà di quelli delle stesse centraline» hanno spiegato Marco Vecchiocattivi e Caterina Austeri, i due coordinatori del progetto per conto di Arpa, nel corso della presentazione dei primi risultati che si è svolta giovedì mattina presso la sede dell’Ordine dei medici di Terni, promotore dell’iniziativa (finanziata dalla Fondazione Carit).

PARLA MARCO VECCHIOCATTIVI, VIDEO

Il secondo step  «Questi primi dati – hanno detto i due ingegneri – confermano che rimane la necessità di un monitoraggio diffuso ad alta frequenza, non solo giornaliero. Alcune persone hanno mostrato un’esposizione all’inquinamento molto alto, altre molto basso. Ecco che la seconda fase sarà molto importante, più persone parteciperanno più il monitoraggio sarà completo e si potrà fare una valutazione per aree omogenee». Questo secondo step sarà possibile grazie alla App che è già scaricabile da tutti i dispositivi, sia Apple che Android, attraverso la quale ogni cittadino potrà conoscere la qualità dell’aria (non solo Pm 2.5, ma anche Pm 10 e ozono) a cui è esposto nei tragitti che compie ogni giorno, attraverso il dispositivo di geolocalizzazione del proprio smartphone. Il sistema permette – come già fatto dai 25 dispositivi distribuiti precedentemente – di integrare i dati delle centraline fisse di Arpa con quelli elaborati dalla modellistica matematica di previsione.

L’Ordine «I dati fin qui sviluppati – ha commentato il presidente dell’Ordine dei medici, Giuseppe Donzelli – sono molto più concreti e veritieri, in quanto sono stati rilevati nel periodo invernale (da settembre a febbraio, ndr), in cui la percentuale di inquinamento rappresentata dal riscaldamento è al massimo». Donzelli ha sottolineato che per l’Ordine è un dovere promuovere questi studi «in quanto i motivi ambientali sono causa di malattie croniche gravi e di neoplasie». «Dobbiamo avere una particolare sensibilità – ha aggiunto – per capire l’epidemiologia delle malattie e sviluppare la prevenzione» . Su questo fronte passi in avanti dovrebbero essere fatti a breve anche grazie allo studio epidemiologico svolto dall’Università di Perugia, che sembra finalmente essere arrivato nella fase decisiva dopo tanti rallentamenti. «Ma non avremo i risultati prima dell’estate» ha concluso Donzelli.

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