La festa dell’Epifania fra mito e leggenda

Gli aspetti religiosi, tradizionali e popolari della festività che ‘tutte le altre si porta via’

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di Simona Panzolini

L’Epifania è una festività cristiana che si celebra il 6 gennaio, 12 giorni dopo il Natale (6 giorni in dicembre e 6 giorni in gennaio) e come recita un proverbio popolare ‘tutte le feste porta via’, mettendo fine così alle festività natalizie. Secondo la religione cristiana, il significato della ricorrenza è quello della manifestazione di Gesù come Dio, con l’adorazione dei Re Magi che raggiunsero la grotta di Betlemme guidati da una stella cometa ed offrirono i doni a Gesù bambino che appunto si ‘manifestò’. Epifania, infatti, deriva dal greco antico ἐπιφάνεια che significa ‘manifestazione’, ‘apparizione’.

I Re Magi

Secondo il Vangelo di Matteo, i Magi (comunemente chiamati Re Magi) sarebbero stati alcuni saggi astrologi che seguendo ‘il suo astro’ giunsero da Oriente a Gerusalemme per adorare il bambino Gesù, il ‘re dei Giudei’ che era appena nato. Il loro numero è incerto e sarebbe stato fatto derivare dai doni che portarono a Gesù: l’oro, che ne omaggiava la regalità; l’incenso, che ne omaggiava la divinità; e la mirra, che anticipa la Passione di Cristo, quando gli verrà offerta mescolata al vino prima della crocifissione. Vennero loro attribuiti anche i tre nomi di Melchiorre, Gaspare e Baldassarre. In tutti i presepi, il giorno dell’Epifania, le tre statuette dei Magi, rappresentate con in mano i loro doni, vengono spostate di fronte alla Natività. Colpiscono l’immaginazione dei bambini che impazienti attendono il 6 gennaio per collocare le statuine nel presepe rimanendo affascinati dai preziosi e inconsueti abiti che indossano con tanto di corone in testa come appunto dei re.

La Befana

Se l’Epifania si festeggia in molti Paesi occidentali, la festa della Befana è invece una tradizione tipicamente italiana che affonda le sue radici nella cultura contadina. Anticamente i contadini celebravano la morte e la rinascita della natura nella dodicesima notte dopo il solstizio invernale, appunto il 6 gennaio. Festeggiavano in questo periodo la chiusura del ciclo stagionale dell’agricoltura. Nacque così anche la tradizione del dono, che era l’offerta di chi aveva giovato di maggiore abbondanza dalla terra verso chi era stato meno fortunato. In Italia è ancora molto radicata la tradizione di accendere falò il giorno della Befana e trarre dalla direzione del fumo previsioni per l’anno che arriva La Befana, termine distorto di Epifania, è una vecchietta bruttina che ‘passa’ da una casa all’altra ‘volando’ sulla sua scopa di vimini, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, per portare i doni ai bambini buoni e il carbone (ora zuccherato) a quelli ‘cattivi’. I doni che si distribuiscono oggi sono per lo più dolcetti e carbone zuccherato, da infilare nelle calze vicino al camino o appese per la casa.

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